“La nostra sfida alle stelle”
«Ritti sulla cima del mondo noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!»
Eccessivi, vitalistici, scandalosi, guerrafondai, così i futuristi si annunciano al mondo, nel manifesto di fondazione pubblicato da Marinetti su "Le Figaro" del 20 febbraio 1909. Nell'epoca della bella modernità fa irruzione un movimento artistico che pratica la ribellione contro il moralismo dell'Europa liberale, proclama a gran voce il rifiuto del passato («Aboliamo la storia!», incita Ugo Tommei), si propone di creare finalmente l'uomo 'nuovo'. Con la Grande Guerra, il futurismo entra in politica e, caso unico tra le avanguardie novecentesche, fonda un partito: accesamente interventista, nazionalista, incentrato sull'utopia radicale dello Stato nuovo e del naturale primato dell'italianità , nel corso della sua breve esistenza il movimento dei fasci futuristi intrattiene un legame non occasionale né contingente con Mussolini. Illusione, errore, propaganda, opportunismo: come valutare l'attività politica di un'avanguardia artistica ormai unanimemente celebrata come uno dei movimenti rivoluzionari fondatori dell'arte moderna?