Ancora una volta nella storia l’energia diventa protagonista di una fase di rottura del capitalismo: una grande trasformazione si fa strada, accompagnata dalla rivoluzione tecnologica digitale.
Il Novecento è stato il secolo del petrolio. Il petrolio è potere, immensi profitti, materia prima per i trasporti e gli scambi globali. Non solo. Ha trasformato l’economia e la società; ha contribuito a rafforzare la centralità del dollaro; in suo nome si sono avuti conflitti cruenti in Medio Oriente, nei paesi del Golfo, in America Latina, in Africa. Oggi quest’era mostra la corda. Da un lato desta sempre maggiore preoccupazione la speculazione globale. Dall’altro, sono ormai comprovati i rischi del riscaldamento del pianeta prodotto dalle emissioni delle fonti fossili. Una grande trasformazione energetica si fa strada nonostante la resistenza dei soggetti contrari al cambiamento, da Trump alle compagnie petrolifere. La nuova filiera energetica si basa su fonti rinnovabili decentrate – eoliche, fotovoltaiche, geotermiche e biomasse – affiancate dal gas, il meno inquinante tra i combustibili fossili. Parte dalla Cina, oggi sulla frontiera tecnologica delle rinnovabili, attraversa l’Africa, per i minerali delle batterie elettriche, e restituisce una nuova centralità al Mediterraneo, per gli scambi e per le grandi riserve di gas scoperte di recente. Un libro importante sulla trasformazione che sta rivoluzionando l’economia, l’industria e la geopolitica.
Il 26 gennaio 2021 Valeria Termini ha presentato il suo Energia. La grande trasformazione alla Casa della Cultura di Milano. Insieme all’autrice sono intervenuti Emanuele Felice e Elly Schlein. Ha coordinato la presentazione Ferruccio Capelli.
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