In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, riproponiamo un estratto di Oro blu, di Edoardo Borgomeo: nove storie da tutto il mondo, dalla Sicilia al Bangladesh, dall’Olanda al Brasile, a raccontare come l’acqua si intrecci all’economia, alla storia, alla cultura e alla vita di ciascuno di noi.
Senza di lei non duriamo nemmeno un giorno.
Non possiamo scrivere, non possiamo alzarci la mattina, non possiamo amare, non possiamo fare niente. Senza di lei non c’è vita. È la prima cosa che cerchiamo nello spazio, e quando troviamo i segni della sua presenza, ci convinciamo che forse lassù c’è qualcuno; e che dobbiamo continuare a cercare.
È essenziale, e in crisi.
Sentiamo che visto che è così poca, e noi così tanti, sta finendo. È talmente preziosa che la chiamiamo l’oro blu. Diciamo che le guerre del futuro si combatteranno per lei. Oppure, anche peggio, che ci annegherà tutti, perché il diluvio universale deve ancora venire.
È essenziale e in crisi, eppure ne osserviamo solo la superficie. Non la conosciamo bene e la diamo per scontata. Non riusciamo ad andare oltre gli scenari apocalittici. Parliamo di guerre, di inondazioni catastrofiche e di affaristi senza scrupoli che vogliono appropriarsi delle nostre fonti. Oppure la percepiamo solo come una molecola che ci costituisce e niente più. Non riusciamo a pensarla in modo diverso, attraversare la sua superficie e guardarla nel profondo. Diciamo che è in crisi, ma non pensiamo abbastanza alle soluzioni.
È l’acqua, attrice protagonista nel dramma del cambiamento climatico.
Un pianeta più caldo significa ghiacciai che si sciolgono, piogge meno prevedibili, inondazioni più frequenti, deserti che avanzano. Attraverso l’acqua sentiamo e vediamo gli effetti del riscaldamento globale. Anche se l’acqua è la protagonista di questi cambiamenti, non ci appassiona. Forse perché la tocchiamo, la beviamo e la sprechiamo ogni giorno. Forse perché la nostra lingua è piena di modi di dire e proverbi che ci ricordano continuamente dell’importanza dell’acqua […]. Forse perché è così quotidiana, quasi banale, non vediamo come si intreccia con l’economia, la cultura, la politica. Non vediamo come l’acqua determini la capacità di apprendimento di una bambina indiana, come influisca sulla sicurezza energetica di uno Stato, o come sia al centro delle religioni di tutto il mondo. Non capiamo in che modo la sua gestione contribuisce alla creazione di legami sociali e lavoro in una comunità.
[…] La tesi di questo libro è semplice: la gestione dell’acqua non è solamente compito di ingegneri, economisti o ecologi, ma è compito di tutti. È per questo che ho deciso di raccontare le sfide dell’acqua attraverso nove storie: per mostrare il legame fra noi e l’acqua, e provare a capire come vivere meglio questo legame. È una questione personale, che riguarda tutti, non solo i tecnici; e proprio per questo il libro è stato scritto per chi l’acqua non la conosce o la conosce poco.
Questo libro non è un compendio di tutti i problemi e le soluzioni legate alla gestione dell’acqua nel mondo; non è un manuale delle tecnologie da adottare e delle politiche da mettere in atto per risolvere la crisi idrica. E non è neanche una denuncia di speculatori colpevoli del prosciugamento o dell’inquinamento dei fiumi. È un tentativo di andare alla fonte, cioè all’origine, del nostro legame con l’acqua attraverso nove storie di donne e uomini.
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