4 luglio 2022
La casa editrice Laterza ricorda Paolo Grossi, straordinario “maestro del diritto” e insigne storico del diritto italiano ed europeo, che ha aperto con i suoi studi innumerevoli fronti di ricerca, contribuendo in maniera decisiva a edificare una grande Scuola, di riconosciuto profilo internazionale. Da Presidente della Corte Costituzionale, ha mostrato con il suo operato come l’indagine sulle radici storiche e culturali profonde dell’esperienza giuridica sia di fondamentale ispirazione per un esercizio autorevole delle più delicate funzioni giurisdizionali e istituzionali.
Tra le sue pubblicazioni per Laterza, L’ordine giuridico medievale, Prima lezione di diritto, L’invenzione del diritto e Oltre la legalità.
«Umanità del diritto: è sicuramente questo il primo punto fermo su cui insistere. Se il chimico, il fisico, il naturalista leggono nel libro aperto del cosmo le trame delle proprie scienze, non altrettanto può fare il giurista: in una natura fenomenica priva di uomini non c’è spazio per il diritto, il quale – come ci avverte con stringente efficacia già un antico giurista romano – hominum causa si è originato, sviluppato, consolidato; il che vuol dire che è nato con l’uomo e per l’uomo, inscindibilmente collegato alla vicenda umana nello spazio e nel tempo.
Insomma, il diritto non è scritto in un paesaggio fisico che attende ancora un inserimento umano, è scritto nella storia, grande o minuta, che, dai primordi ad oggi, gli uomini hanno costantemente tessuto con la loro intelligenza e i loro sentimenti, con le loro idealità e i loro interessi, con i loro amori e i loro odi. È all’interno di questa storia costruita dagli uomini che si colloca il diritto, lì e soltanto lì. Realtà di uomini, però realtà plurale. Se potessimo ipotizzare un astronauta che sbarca da solo su un pianeta remoto e deserto e da solo ci vive, quel personaggio solitario finché resta tale non ha bisogno del diritto, né alcuna delle sue azioni potrebbe essere qualificata come giuridica. Il diritto è infatti dimensione intersoggettiva, è relazione fra più soggetti (pochi o molti), si contrassegna per una sua essenziale socialità.
Se fra le dimensioni umane ve ne sono che si nutrono e prosperano all’interno del soggetto avendo all’esterno soltanto possibili manifestazioni – gli esempi più forti sono quella morale e quella religiosa –, il diritto ha bisogno dell’incontro fra soggetti umani e ha per suo contenuto, nei termini che preciseremo in seguito, proprio quell’incontro, proponendosi a noi quale dimensione necessariamente relativa, cioè di relazione. Può trattarsi di una società universale come la comunità internazionale o di due soggetti che vendono e comprano un bene, può trattarsi di una minima tribù primitiva nel profondo d’una selva amazzonica o di uno Stato con tutto il suo formidabile apparato organizzativo e di potere, però sempre è necessario quell’incontro che trasforma in sociale l’esperienza del singolo soggetto.»