Le guerre persiane tra poesia e memoria
Nella memoria collettiva degli antichi e nella memoria riflessa dei moderni le guerre persiane più ancora che sulla vittoria ateniese di Maratona si concentrano soprattutto sui grandi conflitti panellenici combattuti, nel 480 a.C., alle Termopili e a Salamina, cioè sugli eventi della seconda guerra persiana, che hanno per corollario gli scontri di Platea e di Micale nellanno successivo. Ed è per questa ragione considerata anche la documentazione in nostro possesso che in questo libro ci concentreremo sulla narrazione e sulla celebrazione, in esaltanti scritture poetiche, delle epiche gesta della confederazione ellenica contro la soverchiante armata di terra e di mare approntata dal Gran Re Serse per asservire le comunità greche che gli si opponevano.
Le testimonianze letterarie che ci accompagneranno nellindagine rimandano a testi poetici noti e meno noti, dagli epitaffi di Simonide o a Simonide attribuiti ai Persiani di Eschilo, dallomonimo dramma di Timoteo allAlessandra di Licofrone. Scritture epiche o liriche cui altre vanno aggiunte non meno suggestive per carica emotiva, seppure pervenuteci in forma anonima, come le profezie di marca delfica e le commemorazioni su pietra. Le gesta ivi ricordate, o pubblicamente celebrate per edificazione della posterità, hanno per protagonisti gli Spartani alle Termopili e gli Ateniesi a Salamina, mentre scarse sono le testimonianze relative ad altre genti che pure combatterono al loro fianco.
Il principale problema che, in corso dopera, si è presentato allautore è quello delle traduzioni da proporre al lettore. Quelle a sua disposizione erano fin troppo dissimili tra loro per stilemi di scrittura, per epoca di composizione e per adozione di rese espressive. Ciò che lautore voleva, non lha trovato, giacché cercava traduzioni con un qualche andamento ritmico che le distinguesse dalla prosa, e tra loro non troppo disomogenee. E così è ricorso a una propria rivisitazione dei luoghi poetici analizzati nel libro, alternando nella fatica due tra i più discorsivi versi della metrica italiana: lendecasillabo e il settenario.
I testi presi in considerazione hanno rivelato la perenne vitalità di alcuni temi celebrativi o le insospettate, seppure talora inconsapevoli, radici classiche di alcune note canzoni patriottiche che tutti abbiamo nellorecchio. Ragione che ha spinto non solo ad approfondire la ricerca, ma addirittura a dedicargli la seconda parte del libro, dove si spiega al lettore come il tema risorgimentale della vittoria dei vinti risalga alla celebrazione delle Termopili, come sempre alla memoria delle Termopili si ispiri la celebrazione risorgimentale dei trecento immolatisi a Sapri o dei partigiani ricordati nelle parole di uno sventurato cantautore ligure, come linno garibaldino si scopron le tombe abbia un precedente in un epigramma greco, come la costruzione simbolica della idra straniera riconduca allarmata di Serse, come, infine, la triplice associazione del fiore della morte e della libertà, che rivive nella più celebre canzone della Resistenza, abbia essa pure una radice antica. A lato del paradigma terrestre dei caduti alle Termopili cè quello della vittoria marinara di Salamina, il quale con la modernità ha certamente minori connessioni di carattere popolare, ma, al pari della memoria della battaglia di Micale, più intense strumentalizzazioni di connotazione propagandistica, come ad esempio la sovrapposizione di immagine tra Temistocle e Nelson, o lequiparazione tra Persiani e Turchi, entrambi nemici e antagonisti della civiltà dellOccidente, o la spericolata politicizzazione di giovinezza, giovinezza alle origini un semplice e innocuo canto goliardico.
Queste, talora inaspettate, proiezioni dellantico, ospitate nella seconda parte del libro, hanno per riferimento la poesia e più spesso la versificazione italiana, che, per operare una scelta, abbiamo limitato a campioni selezionati nellambito della produzione letteraria dellOttocento, non escludendo presentandosi il caso qualche incursione nel secolo successivo. Non cè però scelta che non conosca eccezioni. Le nostre si limitano alla pagina di tre poeti stranieri: Hölderlin, Kavafis e Pound. I primi perché i loro componimenti su Salamina e sulle Termopili sono imprescindibili per lintelligenza di due temi guida di questa ricerca, e nel caso di Hölderlin perché, negli autori successivi, la sua scrittura poetica è fonte di ispirazione e di imitazione talora confusa con la stessa parola dellantico. Il terzo, Pound, giacché un suo solo singolo verso, seppure suggerito da unideologia distorta, sintetizza in forma mirabile lintera problematica alla base delle nostre pagine.
Ovviamente ogni selezione di materiale ha i suoi limiti, o poteva essere in altre direzioni orientata, ma questo è il condizionamento strutturale di qualsiasi scelta. Chi scrive ne avverte tutto il peso.
Lorenzo Braccesi, Arrivano i barbari. Le guerre persiane tra poesia e memoria
Lorenzo Braccesi è stato professore ordinario di Storia greca nelle Università di Torino, Venezia e Padova.