Oggi la Storia è tornata a essere un campo di battaglia.
Vere e proprie fake news storiche impazzano sui social network e la politica spesso utilizza il nostro passato per fomentare politiche d’odio. In questa riscrittura della Storia, per fare degli esempi, i campi di concentramento non sono mai esistiti, gli italiani sono sempre stati ‘brava gente’ e vittime dello straniero, i partigiani tutti avventurieri spregiudicati.
È tempo di opporre a queste falsificazioni strumentali le verità che la Storia, con la sua ricerca e i suoi strumenti, ha individuato. Ed è importante che a farlo siano anche storici delle nuove generazioni, che più sentono la responsabilità della conoscenza del nostro passato, per la costruzione del mondo che verrà.
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Benedetta Tobagi, Le stragi sono tutte un mistero
Patria dei misteri. Terra delle mezze verità. Luogo di omertà e silenzi impenetrabili. È davvero questa l’Italia? Oppure negli anni giudici, giornalisti e poi storici sono riusciti, in mezzo a mille ostacoli e a mille difficoltà, a ricostruire, tessera dopo tessera, la verità sulle stragi che hanno insanguinato la nostra penisola?
Benedetta Tobagi, scrittrice e storica, collabora con “la Repubblica” ed è stata conduttrice radiofonica per la Rai. Si occupa di progetti didattici e formazione docenti sulla storia del terrorismo con la Rete degli archivi per non dimenticare. Tra le sue pubblicazioni: per Einaudi Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre (2009), Una stella incoronata di buio. Storia di una strage (nuova edizione 2019), Piazza Fontana. Il processo impossibile (2019), La Resistenza delle donne (2022, Premio Campiello 2023) e Segreti e lacune. Le stragi tra servizi segreti, magistratura e governo (2023); per Rizzoli La scuola salvata dai bambini. Viaggio nelle classi senza confini (2016).
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Tomaso Montanari, Le statue giuste
C’è un’alternativa tra accettare passivamente o distruggere per sempre le statue che, nello spazio pubblico, rendono visibile un pantheon di eroi e di esempi?
Esistono statue ‘giuste’? E quali sono?
Tomaso Montanari è professore ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università per Stranieri di Siena, della quale è rettore. È presidente della Fondazione Museo Ginori e presidente onorario dell’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli. Scrive su “il Fatto Quotidiano”, “il venerdì di Repubblica” e “Altreconomia”. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Costituzione italiana. Articolo 9 (2018) per Carocci; Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’è (2020) e Eclissi di Costituzione. Il governo Draghi e la democrazia (2022) per Chiarelettere; Chiese chiuse (2021) e Se amore guarda. Un’educazione sentimentale al patrimonio culturale (2023) per Einaudi.
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Laura Schettini, L’ideologia gender è pericolosa
L’‘ideologia gender’ minaccia la nostra società! Confonde l’identità e le menti dei nostri figli, mette a repentaglio l’ordine naturale delle cose, quello che distingue in maschi e femmine! Ma davvero esiste un progetto globale per renderci tutti ‘fluidi’? Dove nasce l’ossessione per le questioni di genere e gli orientamenti sessuali non conformi? E quali sono le fratture politiche che si nascondono dietro a questi temi?
Laura Schettini è ricercatrice in Storia contemporanea presso l’Università di Padova, dove insegna anche Storia delle donne e di genere. È stata membro del direttivo nazionale della Società italiana delle storiche, è redattrice della rivista “Genesis” e collabora con l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani come autrice, redattrice e consulente. Tra le sue pubblicazioni Il gioco delle parti. Travestimenti e paure sociali tra Otto e Novecento (Le Monnier 2011, premio Sissco 2012), La violenza contro le donne nella storia. Contesti, linguaggi, politiche del diritto (secoli XV-XXI) (a cura di, con Simona Feci, Viella 2017) e Turpi traffici. Prostituzione e migrazioni globali 1890-1940 (Biblink 2019 e Viella 2023, premio Gisa Giani 2020-2021).
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Giusto Traina, I Greci e i Romani ci salveranno dalla barbarie
Stiamo lasciando volontariamente aperte le porte della nostra civiltà ai barbari, dimenticando le nostre radici greche e romane? O forse siamo noi i barbari, quando utilizziamo il nostro passato per giustificare il peggio della nostra civiltà?
Ecco un piccolo ‘libro nero’ sull’uso politico dell’antichità, che ci aiuta a comprendere cosa c’è di vivo e cosa c’è di morto nel nostro legame con i Greci e i Romani.
Giusto Traina insegna Storia romana a Sorbonne Université. Si occupa attualmente di storia militare e geopolitica antica, in particolare dei rapporti tra Roma e l’Oriente. Per Laterza ha pubblicato: La tecnica in Grecia e a Roma (1994); 428 dopo Cristo. Storia di un anno (2007, tradotto in quattro lingue); La resa di Roma. 9 giugno 53 a.C., battaglia a Carre (2010, vincitore del Premio Cherasco Storia 2011); Il piccolo Cesare nella collana per ragazzi “Celacanto” (2014); Marco Antonio (edizione aggiornata 2022); I Greci e i Romani ci salveranno dalla barbarie (2023), La storia speciale. Perché non possiamo fare a meno degli antichi romani (2023).
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Alice Borgna, Tutte storie di maschi bianchi morti…
Davvero la cancel culture ha messo nel mirino il greco e il latino perché capisaldi di una cultura patriarcale e razzista? Davvero negli Stati Uniti si chiudono dipartimenti e si smette di studiare l’antichità perché sono solo storie di maschi bianchi morti?
E se non è così, cosa mette a rischio lo studio di quelle che fino a poco tempo fa venivano considerate le nostre radici, ovvero la cultura greco-romana?
Alice Borgna si è laureata a Torino e, come tanti della sua generazione, ha accumulato esperienze di studio e ricerca in università europee e statunitensi. Oggi insegna Lingua e Letteratura latina all’Università del Piemonte Orientale, dove si occupa prevalentemente di prosa storico-politica, Digital Humanities e della democratizzazione degli studi classici. All’attivo ha due monografie e decine di articoli e saggi.
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Mimmo Franzinelli, Il fascismo è finito il 25 aprile 1945
Il fascismo è finito con la morte di Mussolini. I fascisti non esistono più o sono irrilevanti. L’Italia ha rotto per sempre con quel passato. Siamo sicuri che sia così? E allora come spieghiamo le molte continuità tra il regime e la Repubblica? Le bombe, i pellegrinaggi a Predappio e le continue violenze?
È giunto il momento di smontare uno dei luoghi comuni più duraturo della storia repubblicana, ovvero quello secondo il quale il fascismo è morto e sepolto da fine aprile 1945.
Mimmo Franzinelli, studioso del fascismo e dell’Italia repubblicana, è membro della Fondazione “Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini” di Firenze. Tra i suoi più recenti libri, Fascismo anno zero (Mondadori 2019) e Il filosofo in camicia nera. Giovanni Gentile e gli intellettuali di Mussolini (Mondadori 2021). Per Laterza ha curato l’Epistolario 1943-1967 di Ernesto Rossi (2007) e Oltre la guerra fredda (2010) ed è autore di Storia della Resistenza (con Marcello Flores, 2019) e Storia della Repubblica Sociale Italiana 1943-1945 (2020).
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Gianluca Falanga, Non si parla mai dei crimini del comunismo
Davvero non si parla mai dei crimini del comunismo? Davvero nessuno ha mai sentito parlare dei milioni di morti prodotti da questa ideologia? Eppure sono stati scritti ‘libri neri’, fondati istituti di ricerca, istituiti musei ed eretti monumenti per ricordare queste vittime.
Allora, forse, si tratta di parlarne seriamente.
Gianluca Falanga, studioso di storia contemporanea, vive e lavora a Berlino come libero ricercatore e formatore presso il Museo della Stasi. Tra le sue più recenti pubblicazioni, Labirinto Stasi. Vite prigioniere negli archivi della Germania Est (Feltrinelli 2021) e La diplomazia oscura. Servizi segreti e terrorismo nella Guerra fredda (Carocci 2021).
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Pino Ippolito Armino, Il fantastico regno delle Due Sicilie
Prima dell’Unità il Sud era ricco e istruito. L’industria del regno di Napoli era la prima in Italia. Garibaldi era uno schiavista, Pisacane un disertore e Mazzini un terrorista. Il Risorgimento comportò il genocidio del popolo meridionale.
Tutte le bugie dei neoborbonici smascherate alla prova dei fatti.
Pino Ippolito Armino, ingegnere e giornalista, vive tra il Piemonte e la Calabria, dove è nato. Dirige la rivista “Sud Contemporaneo” ed è membro del comitato direttivo dell’Istituto “Ugo Arcuri” per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea.
Tra le sue pubblicazioni: Azionismo e sindacato. Vita di Antonio Armino (Rubbettino 2012); Brigantaggio politico nelle Due Sicilie(Città del Sole 2015); Quando il Sud divenne arretrato(Guida 2018); Cinque ragioni per stare alla larga da Pino Aprile (Pellegrini 2019); Storia della Calabria partigiana (Pellegrini 2020); Ritorno al futuro. Manifesto per l’unità d’Italia (con Tonino Perna, Castelvecchi 2020).
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Francesco Filippi, Prima gli italiani! (sì, ma quali?)
‘Prima gli italiani’ è uno slogan di grandissimo successo. Lo abbiamo sentito ripetuto migliaia di volte e lo troviamo in rete in ogni dove. Prendiamolo sul serio, allora: chi sono questi italiani che devono venire prima? Gli eredi dei Romani o quelli che abitano la nostra penisola?
Insomma, quand’è che siamo diventati italiani?
Francesco Filippi, storico della mentalità e formatore, è co-fondatore dell’associazione Deina. Ha pubblicato, tra l’altro, il best seller Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (Bollati Boringhieri 2019, per oltre un anno ai vertici delle classifiche di vendita) e Ma perché siamo ancora fascisti? Un conto rimasto aperto (Bollati Boringhieri 2020).
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Chiara Colombini, Anche i partigiani però…
Avventurieri e ladri di polli. Protagonisti di una guerra inutile. Vigliacchi che colpiscono i nemici a tradimento. Terroristi. L’elenco dei luoghi comuni sulla Resistenza è lunghissimo e oggi continua a rafforzarsi a dispetto di ogni prova contraria. Perché? Come possiamo rispondere a questa offensiva ventennale?
Un libro per conoscere ciò che è stato senza retoriche fuori tempo massimo.
Chiara Colombini, storica, è ricercatrice presso l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”. Ha curato, tra l’altro, Resistenza e autobiografia della nazione. Uso pubblico, rappresentazione, memoria (con Aldo Agosti, Edizioni SEB27 2012) e gli Scritti politici. Tra giellismo e azionismo (1932-1947) di Vittorio Foa (con Andrea Ricciardi, Bollati Boringhieri 2010).
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Eric Gobetti, E allora le foibe?
«E allora le foibe?» è diventato il refrain tipico di chi sostiene il risorgente nazionalismo italico e vuole zittire l’avversario.
Ma come è potuto accadere?
Eric Gobetti è uno studioso di fascismo, seconda guerra mondiale, Resistenza e storia della Jugoslavia nel Novecento. Autore di due documentari (Partizani e Sarajevo Rewind), esperto in divulgazione storica e politiche della memoria, ha collaborato più volte con il canale televisivo Rai Storia. Per Laterza ha pubblicato Alleati del nemico. L’occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943) (2013).
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Carlo Greppi, L’antifascismo non serve più a niente
Si dice: «Destra e Sinistra sono superate», «il fascismo è finito 75 anni fa». Quindi l’antifascismo non serve più a niente.
Ma è proprio così?
Carlo Greppi, dottore di ricerca in Studi storici all’Università di Torino, è co-fondatore dell’associazione Deina e membro del Comitato scientifico dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, che coordina la rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea in Italia. Tra le sue più recenti pubblicazioni, L’età dei muri. Breve storia del nostro tempo (2019) per Feltrinelli e La storia ci salverà. Una dichiarazione d’amore (2020) per Utet. Per Laterza è autore di 25 aprile 1945 (2018) e ha curato, con David Bidussa, Come farla finita con il fascismo di Ferruccio Parri (2019).