Legenda è uno sguardo rapido ai fatti che hanno scandito la settimana e un invito a leggere il presente togliendo il piede dall’acceleratore.
Legenda è un tentativo di legare il mondo che corre alle parole che aiutano a capirlo.
Referendum. Al centro del dibattito lo straordinario successo della raccolta firme per il referendum cannabis, anche in virtù della nuova modalità di sottoscrizione con firma elettronica qualificata introdotta a luglio 2021.
«Sulla Stampa l’ex presidente della corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky ha ricordato che la raccolta delle firme è sempre stata un “un momento di discussione e partecipazione” e che faceva parte “del dibattito preliminare al voto sul merito della proposta referendaria”», ricostruisce Alessandro Calvi su Internazionale . «Il rischio, insomma, come anche altri hanno osservato, è di andare verso una democrazia meno consapevole. Inoltre, come ha scritto Andrea Fabozzi sul Manifesto, con la firma online “anche la proposta più demagogica e persino illegittima potrebbe incrociare la corrente ascensionale della rete”. Infine, secondo molti un eventuale eccesso di democrazia diretta, al di là della qualità delle proposte, sarebbe di per sé in grado di minare la legittimazione del parlamento.
D’altra parte, l’ampliamento della partecipazione che il progresso tecnologico consente “è sempre auspicabile se vogliamo essere buoni democratici”, ha osservato l’ex giudice della corte costituzionale Sabino Cassese in un’intervista al Mattino, tanto più che sulla corretta applicazione delle nuove norme, fa notare ancora Cassese, “si pronuncerà la corte di cassazione prima del controllo della corte costituzionale. Quindi vi è la sicurezza che vengano rispettate le norme”. E lo stesso si può dire in generale per l’intero meccanismo referendario. […] Alla fine per molti il tema è anche quello del populismo. Tuttavia, il collegamento tra populismo, delegittimazione delle camere e referendum non esaurisce la realtà. Semmai, sarebbe utile riflettere anche sulle ragioni che hanno eroso il terreno sotto i piedi di parlamento e forze politiche. E non da oggi.»
→ Rodotà, Il diritto di avere diritti
→ Azzariti, Diritto o barbarie
→ Ferrajoli, La costruzione della democrazia
→ Gentile, In democrazia il popolo è sempre sovrano – Falso!
→ Crouch, Combattere la postdemocrazia
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Morti bianche. Secondo Adnkronos, le denunce di “infortunio sul lavoro con esito mortale” presentate all’Inail nei primi otto mesi del 2021 sono state 772.
→ Fana, Non è lavoro, è sfruttamento
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Sinistre. Le elezioni di domenica scorsa in Germania hanno visto la SPD primo partito, con il 25,7% dei voti.
Il Riformista ha intervistato Massimo L. Salvadori sul rapporto tra sinistra europea e sinistra italiana. Il professore è autore, tra l’altro, di Democrazie senza democrazia, che Luciano Canfora ha definito “il punto di arrivo della riflessione di uno storico che ha dato le sue migliori prove in vari ambiti della ricerca riconducibili alla questione, centrale e dominante, del senso e del contenuto della moderna democrazia politica”.
→ Salvadori, Democrazie senza democrazia
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John Lennon. Secondo la Bbc, a Copenhagen è stata venduta all’asta per più di cinquantamila dollari una cassetta audio, registrata da John Lennon e Yoko Ono, che potrebbe contenere un brano inedito.
→ Assante-Castaldo, Beatles
→ Banti, Wonderland
→ McMillian, Beatles vs Stones
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Leggere in carcere.
Su Doppiozero si parla di libri e carcere, un rapporto reso più complicato dal Covid-19 e dall’inaccessibilità delle biblioteche.
«Ho sempre pensato che il carcere fosse un luogo molto compatibile con la lettura, visto il molto tempo a disposizione e le poche distrazioni. Ho capito che non è esattamente così quando ho cominciato a lavorarci. Di tempo ce n’è effettivamente tanto, tantissimo, addirittura troppo, ma mentre nella vita quotidiana è spesso la mancanza di tempo a impedire o rallentare le nostre letture, in carcere sono altre le cose che mancano. Innanzitutto il silenzio, sia dentro le celle, dove i detenuti vivono perlopiù insieme, in spazi angusti, spesso con il televisore sempre acceso e con ritmi imposti da una convivenza forzata che livella le esigenze di ciascuno; sia fuori, nei bracci delle sezioni, dove sbattono porte e blindi, rimbombano i carrelli metallici che trasportano il cibo o la biancheria sporca, risuonano le voci di agenti e detenuti che ne chiamano altri. Insomma, il silenzio prolungato necessario a un’adeguata concentrazione per la lettura è una condizione rara, così come era raro trovare un libro da leggere nel pieno della pandemia. Un altro ostacolo alla lettura è infatti legato alla difficoltà di reperire i libri, o alcuni libri in particolare, soprattutto per i detenuti che non possono contare su chi glieli fornisca dall’esterno, e con l’inizio della pandemia, in seguito alla sospensione dei colloqui con i familiari, nessuno poteva contarci. Certo, ci sarebbero state le biblioteche.»
→ Bortolato-Vigna, Vendetta pubblica
→ Di Paolo, Vite che sono la tua
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Una nuova forma di cosmopolitismo.
Su Sette, il settimanale del Corriere della Sera, Leonardo Caffo intervista Lea Ypi, autrice di Stato e avanguardie cosmopolitiche.
« Nel suo libro parla di una forma nuova di cosmopolitismo. Che spazio c’è fuori dalla filosofia,
nella politica reale, per agire in tal senso?
Serve realismo, ma non dobbiamo essere aggrediti dalle emergenze e delle ansie, dobbiamo lavorare con calma a favore di questo progetto. Cosmopolitismo significa introdurre negli Stati nazionali discorsi che eccedono lo Stato nazionale, ma usando gli strumenti giuridici che gli stessi Stati ci offrono. Non è dunque restare in un campo concettuale, bensì operare davvero nel mondo complessissimo della politica reale: il trucco è cercare meccanismi politici locali per ragionare non localmente. Operare una sintesi tra realismo e idealismo filosofico, operare cioè con ragionamenti che possono farci leggere conflitti globali a partire da situazioni nazionali […]».
→ Ypi, Stato e avanguardie cosmopolitiche