Valerio Eletti - Manuale di editoria multimediale
Appendice 3: E-book, e-ink ed e-paper di Katia D’Eramo
I formati di codifica: alla ricerca di uno standard La questione dei formati di codifica che possono essere adottati in una pubblicazione digitale è una tra le più delicate e importanti che si stanno affrontando in questi ultimi anni, poiché dalla loro scelta dipende sia la capacità di rappresentare in modo esaustivo ogni tipo di contenuto, sia l’accessibilità da parte di chiunque. Da questo punto di vista il libro tradizionale, pur nella sua estrema variabilità, è uno strumento dotato di un’ottima capacità di rappresentazione del testo, di un’estrema facilità d’uso e, soprattutto, di immediata accessibilità, senza alcun limite di spazio e di tempo. Al contrario, i documenti in versione elettronica necessitano, per essere fruiti, di specifici dispositivi hardware e software, che spesso si basano su piattaforme e soluzioni tecnologiche incompatibili e sono soggetti a un’obsolescenza rapidissima. I rischi che tutto ciò comporta sono evidenti sia in termini di diffusione universale e di archiviazione a lungo termine del sapere, sia per la nascita e l’affermazione di un mercato dei prodotti culturali in versione elettronica23. E proprio per risolvere tali problemi si cerca di stabilire e favorire l’adozione di sistemi standard24. I processi che portano alla creazione di uno standard sono molteplici. A volte una tecnologia sviluppata da un certo produttore è talmente efficiente nello svolgere le funzioni per cui è stata implementata da guadagnare la fiducia e il consenso generale degli utenti, diventando così uno standard de facto; tuttavia una standardizzazione avvenuta in questo modo comporta spesso dei problemi, sia perché richiede lunghi tempi di incertezza, sia perché lo standard così ottenuto, essendo proprietà intellettuale di un singolo produttore, finisce per occupare una posizione di monopolio (tipica è quella della Microsoft), che alla lunga comporta svantaggi commerciali per gli utenti e rallenta lo sviluppo tecnologico. Senza contare poi che la rapida obsolescenza tipica dei prodotti di questo settore può portare in pochi anni alla sostituzione del precedente formato chiuso e proprietario con una nuova tecnologia, rendendo inaccessibili i contenuti digitalizzati fino a quel momento, e imponendo per il loro recupero e la loro preservazione a lungo termine costosi e difficili processi di conversione. Al contrario iniziative di standardizzazione esplicite, portate avanti da enti pubblici o privati, portano alla creazione di standard sufficientemente stabili. Si creano formati aperti, non implementati e controllati da una singola casa produttrice (attenta principalmente alla tutela dei propri interessi economici), formati che sono il risultato di un pubblico dibattito all’interno di una comunità cui appartengono sviluppatori, studiosi di settore, utenti e, in generale, ogni soggetto interessato. Attualmente due diversi formati si contendono il primato nel settore dell’e-book: il primo è stato sviluppato dall’Open eBook Forum (Oebf), ente di cui fanno parte importanti aziende informatiche ed editoriali, centri di ricerca e singoli esperti del settore; il secondo è il più noto Pdf (Portable Document Format) realizzato da Adobe. L’Open eBook Forum: il formato Oeb Pdf: il Portable Document Format di Adobe «E-paper» ed «e-ink»: il futuro? |