Questo il motto dell’anarca-femminismo. Questa nuova e rivoluzionaria visione vuol dire la liberazione di ogni creatura vivente dallo sfruttamento capitalista e dalla politica androcentrica di dominazione.
Ne hanno discusso, a partire da Manifesto anarca-femminista, l’autrice Chiara Bottici e Claudia Durastanti, per un nuova conversazione ospitata da Casa Laterza.
Da Primo Levi a Cercas, lo studioso Enzo Traverso racconta come la prima persona influenzi la riflessione sul passato
Marco Belpoliti | Robinson – la Repubblica | 21 maggio 2022
L’io ha invaso anche i libri di storia. La soggettività, il grande totem della contemporaneità in cui siamo immersi, ha cominciato a smantellare i quadri sociali della memoria, su cui poggiava la nostra comprensione del passato. Questa in buona sostanza la tesi di Enzo Traverso ne La tirannide dell’io(Laterza 181), il cui sottotitolo è: Scrivere il passato in prima persona.
Cos’è accaduto? Dopo l’avvento del «Narciso romanziere», figura che la modernità ha prodotto in modo copioso, è ora la volta del «Narciso storico», o meglio: della fusione di queste due figure. I nomi che Traverso fa nel suo saggio sono quelli di Sebald, Cercas, Jablonka, Luzzatto, Scurati. Per diventare più interessanti e per trovare lettori sarebbero nate le finzioni innestate nella storia, così da creare quello che l’autore chiama il “presentismo”. Con la fine del naturalismo e del realismo in arte e in letteratura al principio del Novecento, la soggettività degli autori ha potuto esprimersi a fianco dei propri personaggi (Proust, Kafka, Conrad, Svevo, Pirandello). Le cose sono poi andate avanti sconvolgendo lo stesso rapporto tra storia e memoria con la cosiddetta «ego-storia» (Pierre Nora). Il soggetto, o meglio l’individuo, è tornato prepotentemente alla ribalta reclamando i propri diritti.
Non hanno forse un ego anche gli storici? Si sono succedute nei decenni passati ondate di auto biografie di storici, poi i loro successori hanno introdotto sé stessi nelle storie che raccontavano. Si sono fatti scrittori senza abdicare alla volontà di fare storia. Traverso dedica un’attenzione quasi lenticolare a questo fenomeno e da storico ne valuta pagina dopo pagina gli apporti positivi e insieme i problemi che solleva. Esiste una “verità letteraria” accanto alla “verità storica”? Che rapporto intrattengono le due?
Nel dibattito che si è aperto in Spagna dopo la pubblicazione de Il sovrano delle ombre (Guanda), dedicato allo zio falangista dell’autore, morto nella guerra civile, Cercas ha sostenuto, citando Aristotele, che la «verità letteraria» si assimila alla «verità morale». Traverso risponde che il suo non è un romanzo storico, bensì un «romanzo del presente», dove le scelte politiche dell’autore orientano e pervadono la propria opera. Dove è finita la distanza, lo sguardo esterno e la narrazione impersonale degli storici, che garantiva la possibilità di ricostruire il passato in modo oggettivo seguendo documenti e prove? Da tempo gli storici hanno inserito nella narrazione storica la dimensione emotiva, la stessa che domina nella comunicazione individuale e sociale, palesandosi come dei protagonisti di quello che raccontano, fino al punto di non far rivivere la storia, «bensì di trasmettere il vissuto dello scrittore e dello storico che, nel presente, raccontano la storia».
Ad esempio Claude Lanzmann, scrive Traverso, con Shoah (1985) ha introdotto nella storia dello sterminio ebraico la rappresentazione «lacrimale» modificando in modo sostanziale il rapporto tra storia e memoria nella sfera pubblica come nelle scienze sociali. Il conflitto tra storici e testimoni, che ha segnato nel passato alcuni punti notevoli d’attrito si vedano le frasi di Primo Levi ne I sommersi e i salvati dove, parlando della testimonianza dei singoli, scrive: «La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace» sembra ora superato da quanto accade nella letteratura come nella storiografia.
Il problema è ovviamente complesso e Traverso non ha la pretesa di risolvere i problemi che si pongono a chi fa storia oggi, tuttavia nella parte finale definisce il quadro entro cui si svolge questo cambio di paradigma: il neoliberismo. La scrittura soggettivistica non può essere scissa dall’avvento dell’individualismo, uno dei tratti fondamentali del nuovo ordine del mondo. Individualismo non va confuso con egoismo, come spiegava Friedrich von Hayek, che vedeva la società e la storia come il prodotto di «atti individuali». Il neoliberismo non ha solo un valore ideologico, ma performativo. L’individualismo è un vero e proprio modello antropologico: «Oggi il mondo si guarda nello schermo di uno smartphone che lo trasforma in selfie», scrive icasticamente Traverso. Presentismo significa che viviamo senza futuro, immersi nel presente, e la memoria tende a depositarsi solo nella sfera individuale. Il passato non genera più immaginazioni utopiche, come il pensiero ebraico aveva insegnato all’Occidente negli ultimi dieci secoli. L’immaginario, a partire da quello sociale, è privatizzato; il futuro risulta perciò un progetto di riuscita individuale.
Abbiamo dimenticato che l’individuo non precede e determina la società, ma è invece il prodotto dei rapporti sociali stessi. Per questo se si accetta l’idea che la storia è «una letteratura contemporanea», essa diventa prima di tutto lo specchio della propria epoca, in questo simile alla creazione letteraria. Il dibattito, prevedibilmente, proseguirà.
Lo chiamavano il Mago del Bauhaus, Buddha o addirittura il Buon Dio. Chi era davvero Paul Klee e perché diceva di essere inafferrabile?
Dominato da una potente ispirazione e da un’inesauribile furia creatrice, che ha saputo regolare ed educare con la più metodica delle vite: un caso molto raro tra i suoi colleghi artisti.
Attraverso i suoi Diari e i densi scritti teorici che ha lasciato, Gregorio Botta ricostruisce e intreccia la formazione di un uomo e la nascita di un’estetica che ha segnato il secolo.
Le Lezioni di Storia tornano all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone con il 17° ciclo
Dal 13 novembre 2022 al 26 marzo 2023
Si rinnova l’appuntamento con le Lezioni di Storia all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma con un programma inedito di nove incontri sul tema “La forza delle idee”. Il ciclo di Lezioni di Storia è ideato dagli Editori Laterza e realizzato in coproduzione con la Fondazione Musica per Roma.
“Tornano le Lezioni di Storia, ormai attesissime, che quest’anno mettono al centro le idee, la loro forza e i protagonisti che le hanno incarnate, concretizzate, difese, tradite” – dichiara Daniele Pitteri, Amministratore delegato di Musica per Roma – “offrendo al pubblico nuovi punti di vista e nuovi strumenti per affrontare un presente molto complesso e un futuro che si prospetta sempre più incerto”.
L’editore Giuseppe Laterza aggiunge “la storia ci fa diversi ma anche ci unisce, a volte attraverso la forza delle idee…come scopriremo in questo nuovo ciclo”.
In un celebre passo delle Lezioni sulla filosofia della storia Hegel fa riferimento a quelli che chiama gli “individui cosmico-storici”. Ovvero, i protagonisti che segnano con il loro agire lo spirito del loro tempo. Uomini e donne, insomma, che “fanno la storia”. Il filosofo tedesco cita ad esempio Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone. Ma siamo sicuri che a “fare la storia” siano stati e siano solo i grandi condottieri, o i re e le regine, gli imperatori e i papi? Certo, a costoro dobbiamo cambiamenti radicali nei destini dei popoli. Ma dobbiamo cambiamenti radicali – i cui effetti possono durare nei secoli e nei millenni – anche a uomini e donne che non hanno comandato eserciti, emanato leggi e governato imperi. Sono coloro che hanno imposto una nuova visione della società, dei valori, dell’umanità. Sono gli uomini e le donne che hanno interpretato la realtà in modo nuovo, e con la forza delle loro idee (e a volte con il prezzo del sacrificio di sé) hanno cambiato – nel bene e nel male – mentalità, leggi, vite. A questi protagonisti del loro tempo e alle visioni del mondo che sono stati in grado di generare è dedicato il nuovo ciclo delle Lezioni di storia.
Le lezioni si apriranno il 13 novembre con Laura Pepe che affronterà il tema della giustizia attraverso la figura di Antigone la cui parabola tragica induce ancora oggi a riflettere sul reale significato di questa parola. Proseguiranno il 4 dicembre con Corrado Augias che parlerà di fratellanza, facendoci scoprire un Gesù spogliato da ogni riferimento teologico. Il 18 dicembreStefano Mancuso proporrà un viaggio nel complesso e affascinante mondo dell’evoluzione, a partire dagli otto libri dedicati da Darwin alle piante. Alessandro Vanoli il 15 gennaio 2023 si interrogherà sull’idea di Occidente e sul senso che ha ancora oggi per noi la figura di Cristoforo Colombo, fra statue da abbattere e leggende da riscoprire. Il 29 gennaio sarà la volta di Guido Barbujani, il genetista condurrà il pubblico alla scoperta di Cesare Lombroso e del concetto di ‘razza umana’. Emma Goldman − filosofa, anarchica e paladina delle donne − sarà al centro della lezione di Valeria Palumbo, il 12 febbraio, per riflettere sul concetto di amore. Chiara Colombini il 26 febbraio racconterà la storia di Ferruccio Parri e la sua idea di libertà, non un concetto astratto, ma una questione concreta, fatta di dignità e giustizia. Sarà poi Alessandro Barbero, il 12 marzo, a spiegare come la povertà, secondo Madre Teresa di Calcutta, non vada combattuta ma amata. In chiusura, Alessandro Portelli, il 26 marzo, ricostruirà l’idea di speranza secondo Bruce Springsteen, dal fallimento del sogno americano all’ottimismo del rock and roll.
Tutte le lezioni sono introdotte come di consueto da Paolo Di Paolo.
Il 26 e il 27 ottobre alle ore 20.00 si terrà uno speciale dedicato alla marcia su Roma a cura di Emilio Gentile.
A cento anni esatti da questo avvenimento storico − l’insurrezione armata che tra il 27 e il 28 ottobre 1922 a partire da Pisa e poi da molte altre città del Centro e del Nord Italia raggiunse la Capitale − Emilio Gentile ricostruirà gli antefatti, le ragioni e le tappe che portarono con la violenza a una svolta decisiva nella storia del fascismo e dell’intero Paese.
Due lezioni magistrali − che possono essere apprezzate singolarmente ma che insieme costituiscono un quadro coerente e unitario − per comprendere un passato su cui non dobbiamo smettere di interrogarci.
Per la vendita dei nuovi abbonamenti: presso il botteghino dell’Auditorium Parco della Musica, in orario continuato: l’11 ottobre dalle ore 08:30 alle ore 19:00; nel solo giorno dell’11 ottobre verranno distribuiti numeri elimina coda a partire dalle ore 08:00. Tutti i giorni a partire dal 12 ottobre dalle ore 11:00 alle 19:00. Online (con disponibilità limitata) sul sito www.ticketone.it sempre dalle ore 08:30 del 11 ottobre
Per la vendita dei biglietti: presso il botteghino dell’Auditorium Parco della Musica, in orario continuato tutti i giorni a partire dal 19 Ottobre dalle ore 11:00 alle 19:00. Online sul sito www.ticketone.it dal 19 Ottobre ore 11:00.
Vista l’alta percentuale di rinnovo, la disponibilità dei posti è limitata: i nuovi abbonamenti verranno emessi nella misura del numero di abbonamenti non rinnovati. Sarà possibile acquistare un massimo di due abbonamenti, o biglietti, a persona, e nel caso dei biglietti un numero massimo di 6 lezioni su 9.
Regolamento
È possibile intestare un massimo di 2 abbonamenti a persona. È possibile rinnovare per conto di altri abbonati solo su delega, per un massimo di 2 abbonamenti.
INFO BIGLIETTERIA – La marcia su Roma
In vendita presso il botteghino dell’Auditorium e www.auditorium.com – www.ticketone.it; acquisto telefonico al numero 892101 (servizio a pagamento).
Posto unico: 14 euro; posto unico studenti: 5 euro; abbonamento per le due lezioni: 20 euro; abbonamento studenti: 10 euro.
“Non credevo che il tuo decreto avesse tanta forza che tu, un mortale, potessi violare le leggi non scritte e stabili degli dei”. Con queste parole memorabili Antigone esprime a Creonte il suo dissenso e accetta di morire in nome di una giustizia assoluta che va oltre la logica scellerata delle decisioni umane. Antigone la abbiamo sempre pensata così: una ragazza pura e pia che sfida il Male. Eppure, l’Antigone di Sofocle presenta anche tratti ambigui, e la sua parabola tragica induce ancora oggi a riflettere su che cosa sia giustizia.
Laura Pepe insegna Diritto greco antico all’Università degli Studi di Milano.
CORRADO AUGIAS – Gesù e la fratellanza
4 dicembre 2022
Corrado Augias – che ha dedicato tre volumi di successo alla figura di Gesù, in dialogo con grandi specialisti – prenderà in considerazione le azioni e le parole del Nazareno da un punto di vista tutto umano. Scopriremo un Gesù spogliato da ogni riferimento teologico. Un uomo che, calato nella condizione storico politica della Palestina del primo secolo dell’era volgare, osò chiamare “fratelli” gli affamati, chi ha sete di giustizia, i miti.
Corrado Augias, giornalista e scrittore
STEFANO MANCUSO – Charles Darwin e l’evoluzione
18 dicembre 2022
“Nulla in biologia ha senso se non alla luce dell’evoluzione”. Questa celeberrima affermazione del biologo Theodosius Dobzhansky è probabilmente quella che meglio esprime l’importanza dell’opera di Darwin per la storia dell’umanità. L’influenza di Darwin, infatti, non si limita alle scienze della vita, ma si allarga ad ogni aspetto dell’esperienza umana. Partendo dagli otto libri dedicati da Darwin alle piante, descriveremo come Darwin ha cambiato il nostro modo di intendere la vita.
Stefano Mancuso dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) dell’Università degli Studi di Firenze.
ALESSANDRO VANOLI – Cristoforo Colombo e l’Occidente
15 gennaio 2023
Che senso ha ancora per noi Colombo? La lezione comincia da qui, in un racconto in cui passato e presente si intrecciano. Tra statue da abbattere e carte da leggere, Colombo ci racconta la sua storia: le attese, gli studi, i viaggi, le scoperte, i trionfi; e la sfida di quel mondo lontano e incomprensibile. Si dispiega davanti ai suoi e ai nostri occhi quell’orizzonte vastissimo che lui, incapace di comprendere il senso della via che aveva tracciato, non ha mai saputo riconoscere fino in fondo. E la sua storia parla di noi. Della nostra eredità, del nostro futuro, delle nostre radici.
Alessandro Vanoli, storico e scrittore, è esperto di storia mediterranea.
GUIDO BARBUJANI – Cesare Lombroso e le razze umane
29 gennaio 2023
I cataloghi delle razze umane proposti a partire dall’Ottocento sono in parte un tentativo di giustificare lo schiavismo, ma rappresentano anche un primo abbozzo di studio scientifico dell’uomo, nel filone dell’evoluzionismo. Ci vorranno decenni per capire quanto il concetto di razza sia inadeguato per descrivere la diversità umana ma l’impostazione determinista – di cui Cesare Lombroso è stato un convinto assertore – resta diffusa nel dibattito politico e sociale, nonostante lo studio dei geni e dei genomi l’abbia ampiamente smentita.
Guido Barbujani insegna Genetica all’Università degli Studi di Ferrara.
VALERIA PALUMBO – Emma Goldman e l’amore 1869-1940
12 febbraio 2023
«L’amore, che duri un istante o per l’eternità è l’unica base creativa per un nuovo mondo». Così scrisse Emma Goldman, filosofa, anarchica, tra i primi rivoluzionari a denunciare la deriva dittatoriale dell’Unione Sovietica, fu anche una paladina delle donne e una sostenitrice del controllo delle nascite. Finì per questo in carcere e venne definita non a caso la “donna più pericolosa d’America”.
Valeria Palumbo, storica e giornalista.
CHIARA COLOMBINI – Ferruccio Parri e la libertà
26 febbraio 2023
Nella sua lunga esistenza Ferruccio Parri ha attraversato gran parte del Novecento italiano. Per lui, uno dei capi della Resistenza sotto lo pseudonimo di “comandante Maurizio”, la libertà non è mai stata un concetto astratto, ma una questione tremendamente concreta, fatta di dignità e di giustizia. E proprio perché la libertà sua e degli altri non fosse cancellata si è schierato contro il fascismo – pagando il caro prezzo del carcere e del confino.
Chiara Colombini, ricercatrice dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”.
ALESSANDRO BARBERO – Madre Teresa di Calcutta e la povertà
12 marzo 2023
Nel suo straordinario viaggio dal Kosovo all’India e poi in tutto il mondo, Madre Teresa, la religiosa insignita del Premio Nobel per la pace nel 1979 e canonizzata nel 2016 da papa Francesco, sperimenta la sofferenza e la gloria, la rinuncia e il potere. Spiegando e mostrando con il proprio esempio perché – come aveva fatto secoli prima Francesco d’Assisi – la povertà non va combattuta ma amata.
Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale.
ALESSANDRO PORTELLI – Bruce Springsteen e la speranza
26 marzo 2023
L’espressione “promised land” ricorre almeno nove volte nelle canzoni di Bruce Springsteen – ma è accompagnata da altre in cui “the promise” è tradita e negata. Springsteen ha chiaro il fallimento del sogno americano: “un sogno diventa una menzogna se non si avvera, oppure una maledizione?” Ma qualcosa lo spinge a tornare a quel fiume inaridito: al fallimento del sogno prevale la visione del sognatore. Ci hanno ucciso nelle stragi razziste, nella violenza antioperaia, nel respingimento dei migranti – ma siamo vivi. Con la lucidità della ragione e l’ottimismo del rock and roll, Bruce Springsteen continua a dire che la storia non è finita.
Alessandro Portelli, storico, critico musicale e anglista, ha insegnato Letteratura anglo-americana all’Università di Roma La Sapienza.
Un grande successo di pubblico: 1.500 persone hanno assistito alle Lezioni di Storia in presenza e oltre 4mila in streaming
Roma, 4 ottobre 2022 – Oltre 1.500 persone in presenza nelle tre serate del Festival e altre 4mila collegate in streaming. Sono i numeri del grande successo di partecipazione del “Roma Storia Festival – Anteprima” che si è svolto dal 30 settembre al 2 ottobre 2022 nella splendida cornice di Piazza di Pietra.
L’evento è stato promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma, ideato e progettato dagli Editori Laterza con il patrocinio di Roma Capitale Assessorato alla Cultura.
Nove appuntamenti gratuiti, e una maratona di tre ore per ciascuna serata, con alcuni dei più autorevoli storici italiani: sono intervenuti Andrea Giardina, Andrea Carandini, Alessandro Barbero, Francesca Cenerini, Amedeo Feniello, Eva Cantarella, Andrea Riccardi, Alessandra Tarquini e Luciano Canfora.
Il tema della manifestazione è stato “il mondo a Roma” e per tre giorni il pubblico è stato accompagnato in un coinvolgente viaggio nel tempo che ha mostrato come la nostra Capitale sia, da sempre, palcoscenico della Storia del mondo.
“Abbiamo voluto chiamare questa edizione ‘Anteprima’ – spiega il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti – come piccolo segno di prudenza, ma questi tre giorni ci hanno detto che le cose sono andate davvero molto bene, oltre ogni nostra più ottimistica previsione. Le migliaia di persone che ci hanno seguito dal vivo e in streaming sono la conferma del grande interesse per la Storia in generale e per quella della nostra città in particolare. Una tale partecipazione e attenzione ci ha davvero gratificato e riempito il cuore aprendo riflessioni positive su eventuali prossime edizioni. Ringrazio, davvero in maniera non formale, gli storici che sono intervenuti con lezioni di altissimo profilo e Marta Bulgherini che ha condotto le tre serate con grande passione e professionalità”.
L’editore Giuseppe Laterza aggiunge “il successo della manifestazione conferma che la qualità del racconto e della riflessione storica trova un numero crescente di persone interessate nel nostro paese. Insieme alla Camera di Commercio nelle prossime settimane inizieremo a pensare al futuro”.
Cos’ha significato il treno per un paese come l’America? La modernità è penetrata in un mondo rurale attraverso i binari, cambiando per sempre il paesaggio naturale come quello antropologico. Da oggettivazione del moderno e dell’accelerazione che lo contraddistingueva, la ferrovia è oggi diventata rottame, residuo, reperto di un mondo scomparso. Mystery Train. Un viaggio nell’immaginario americano ripercorre il rapporto dell’America con il treno, tra racconti, poesie e canzoni.
Un’attrice, Margherita Laterza, due musicisti, Matteo Portelli e Gabriele Amalfitano, e un americanista, Alessandro Portelli, mettono in scena questa originale e particolarissima Lezione di Storia, convocando, tra gli altri, Hawthorne e Dickinson, Woody Guthrie e Bruce Springsteen, Elvis Presley e Johnny Cash.
Il 3 settembre 1982 a Palermo veniva ucciso dalla mafia il generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Leggiamo oggi le parole di Vittorio Coco che, nel suo libro Il generale dalla Chiesa, il terrorismo, la mafia, ricostruisce e racconta la vita di uno degli uomini simbolo della nostra Repubblica.
“È proprio sulla lotta alla mafia che si può misurare davvero l’impatto dell’assassinio di dalla Chiesa. Poco dopo il delitto, su un muro di via Carini fu appeso un cartello con una scritta che ebbe una grandissima eco: «Qui è morta la speranza dei palermitani onesti». Era questo il sentire di chi aveva riposto nella venuta di quel prefetto tante aspettative, che adesso erano state vanificate nella maniera più clamorosa. Il punto è che in quel momento la responsabilità di quanto era accaduto non veniva soltanto attribuita agli assassini, ma anche alle istituzioni, cioè ad uno Stato che in definitiva non aveva fatto abbastanza per proteggere colui che veniva ritenuto ormai uno dei suoi servitori più fedeli. Il funerale, che si svolse già il giorno dopo nella chiesa di San Domenico, il pantheon di Palermo, fu il momento in cui questo dissenso si percepì con maggiore chiarezza. Ad esprimerlo, nel corso della celebrazione, fu il cardinale Salvatore Pappalardo, in un celeberrimo passaggio della sua omelia: «Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur… mentre a Roma si pensa sul da fare, la città di Sagunto viene espugnata dai nemici! E questa volta non è Sagunto, ma Palermo. Povera Palermo nostra!». Ma grande protagonista fu anche la folla all’esterno della chiesa, che si scatenò in una pesantissima contestazione, con insulti e lancio di monetine, nei confronti delle autorità che erano venute a presenziare, da cui si salvò soltanto Pertini. A questo proposito uno degli storici giornalisti dell’«Ora», Mario Farinella, scrisse una pagina che ben descriveva la situazione:
«Mai come in quell’accecante pomeriggio di sabato 4 settembre la compagine politica che regge il governo del Paese è apparsa qui, in tutta la sua estraneità: persino nei gesti impacciati, nei volti rigati di sudore, senza espressione, atoni, smarriti. E si può dire che la loro, concluso il rito funebre, è stata una fuga precipitosa: come cacciati dal tempio dalla severa apostrofe del cardinale, al suono delle monete che qualcuno lasciava cadere al loro passaggio. Come un trafugamento si è svolto anche l’imbarco delle salme sull’aereo militare, impaziente di volare in «cieli più puliti». Fuggire da Palermo, dimenticare Palermo».
Siamo di fronte ad un passaggio cruciale, perché l’esplosione di quel dissenso fu un ingrediente fondamentale della nascita del movimento antimafia per come noi lo intendiamo oggi.”
«Il buon maestro non si costruisce a tavolino. Più importanti delle indicazioni ministeriali, dei corsi di aggiornamento, dei libri di testo sono la solida formazione ricevuta negli studi universitari e – soprattutto – un requisito strettamente soggettivo, anzi psicologico: la fiducia nella possibilità d’incidere sulla massa di adolescenti inerti o distratti, valorizzando i talenti dei singoli individui e assicurando loro la necessaria preparazione disciplinare. Ciò vuol dire che l’insegnante deve, più di quel che valga per altre professioni, credere al lavoro che fa e scommettere su sé stesso, proponendosi agli allievi come un esempio positivo, non usurato dalla routine e non rassegnato alle tante cose che non vanno. Come tutte le scommesse, si può vincere o perdere; ma se si vince, ogni docente – dalle elementari in avanti – resterà un riferimento nitido e costante per l’allievo, anche quando il ragazzo sarà diventato adulto, e la sua lezione non andrà dispersa».
Luca Serianni, L’ora d’italiano
La lezione di Luca Serianni, riferimento nitido e costante per la casa editrice, non andrà mai dispersa.
Nonostante l’affermarsi in molti paesi del nazionalismo economico, la globalizzazione – intesa come volumi del commercio mondiale e specificamente come interscambio nell’ambito delle cosiddette catene globali del valore – non si è interrotta; è solo rallentata negli ultimi anni. Anche la pandemia ha solo temporaneamente interrotto la crescita del commercio mondiale. Non c’è stata, in altre parole, de-globalizzazione, ma semplicemente una globalizzazione più lenta, quasi che fossimo di fronte a un fenomeno inarrestabile. Al tempo stesso la globalizzazione impetuosa della fine del secolo scorso e degli inizi del nuovo Millennio ha lasciato in eredità in molti paesi tensioni distributive che spesso sono sfociate nell’affermazione su vasta scala di movimenti populisti. E le stesse attuali tensioni geopolitiche possono essere lette anche come una delle conseguenze di una globalizzazione troppo veloce che ha rafforzato in alcuni paesi autocrazie antidemocratiche. Occorre graduare i tempi della globalizzazione, ridurne la velocità indotta dal progresso tecnologico, rafforzare le istituzioni multilaterali, riformare i nostri sistemi di protezione sociale, sviluppare nuovi modelli di business che, invece di puntare sulla disintegrazione dei processi produttivi, rafforzino l’integrazione verticale. C’è molta ricerca non solo economica su questi temi. Idee, progetti, risultati di ricerche che verranno raccolti a Torino per 4 giorni e la renderanno capitale mondiale nel ripensare la globalizzazione.
Tito Boeri
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