La donna perfetta
Vistosi occhiali da sole, curve voluttuose, lunghe gambe, tacchi mozzafiato: Barbie interpreta magnificamente l'eterno femminino creato dal conformismo consumista del Novecento.
Il 9 marzo 1959 fa il suo ingresso trionfale alla fiera del giocattolo di New York una nuova bambola: il suo nome è Barbie. La casa produttrice la presenta come una teen-age fashion model: «un nuovo tipo di bambola dalla vita reale», attenta alla moda come qualsiasi altra signorina. Eppure, più che la ragazza della porta accanto Barbie ricorda le inarrivabili dive che popolano gli schermi e le fantasie delle adolescenti statunitensi. Impeccabilmente abbigliata e accessoriata, fascinosa e perfetta fidanzatina, Barbie nasce e vive con una missione ben precisa: accompagnare le bambine verso l'età adulta proponendo un modello ‘perfetto’ di femminilità. Assolve il suo mandato lungo l'intero arco di una carriera ormai quasi cinquantennale e attraversa le trasformazioni della società, del costume e della moda della seconda metà del Novecento senza mai rinunciare al proprio sguardo sul mondo, algido e glamour fino all'ottusità.
Simbolo dell'Occidente opulento, nel nuovo millennio la pin up californiana sta però perdendo terreno: le bambine si ribellano allo stereotipo di perfezione che incarna e le preferiscono giocattoli meno ‘patinati’. Il mondo tiri un sospiro di sollievo: Barbie, grazie al cielo, sembra ormai roba da museo.