Qui dobbiamo fare qualcosa
Sì, ma cosa?
Siamo un popolo di poeti e santi, poi, in ultimo di navigatori. Salpiamo sempre con grandi discorsi e dichiarazioni solenni. Se il viaggio si fa accidentato, impervio e difficile, noi continuiamo sempre e comunque a proclamare con toni accesi che tutto va bene. Non va affatto bene così, scusate il bisticcio.
«Sogno che nessun politico dica: quando sento la parola 'cultura' metto mano alla pistola, così che agronomi, genetisti, biologi, astronomi, ingegneri nucleari, insomma tutti quelli che hanno rinunciato al Grande Fratello, possano avere tempo e modo di sperimentare tutto ciò che il futuro annuncia come possibile. Sogno un Paese che abbia il coraggio di dire: era una buona idea ma siamo stati troppo arroganti nel proporla o forse siamo diventati troppo vecchi per portarla avanti. Allora, un Paese così di sicuro vedrà arrivare al suo cospetto nuove menti, pronte a prendere il testimone e a lavorare affinché non finisca in cattive mani o venga risucchiato nel buco nero del passato.»