Hotel a zero stelle
In un hotel del genere gli ospiti dovrebbero essere vagabondi dell'anima, coloro che ancora gironzolano alla ricerca di sé, senza troppa arte né parte.
«C'è un primo piano, nel quale l'ospite è ancora spaesato e incerto su cosa fare. E un secondo piano dove lo smarrimento si popola di mostri. E un terzo piano in cui l'ospite cerca la forza di reagire e prende le misure di ciò che lo circonda. E un quarto piano in cui l'ospite raggiunge una forma di consapevolezza che gli consente l'accesso al tetto dal quale tornare a vedere un po' di luce, quelle stelle che l'albergo non ha».
Un viaggio tra vita e letteratura all'interno di un insolito albergo.
Rassegna stampa
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di Piero Melati
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Una stanza d'albergo per pronunciare io
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