I riluttanti
Le élites devono credere nella propria missione. Nell'accettazione della responsabilità, nel compito di orientare e di creare uno spazio politico per la società intera, c'è la moralità della politica. Immorale è l'élite incolta, attenta solo ai propri privilegi e politicamente apatica. Riluttante, appunto.
La verità è che le élites in Italia, lungi dall'esibire l'orgoglio del merito e della selezione, aspirano piuttosto a essere vip; anziché vigilare sulle forme di cooptazione e di addestramento dei propri membri, allentano le deontologie, rilassano le pratiche di controllo, chiudono un occhio su insufficienze e infrazioni: si arraffa quel che si può nel presente, ci si adatta a un contesto degradato, a una società che è prevalentemente una mistura di interessi, di lobbies e di cricche. Questo cinismo delle élites è uno dei volti della loro riluttanza, comporta la corrosione dello spazio pubblico ed è, naturalmente, anche la fine della morale delle élites. Ci sono quindi molti motivi per censurarle, ma una loro condanna generalizzata e sommaria non ha senso. È vero che possono essere accusate di pigrizia, mancanza di cultura e di senso della responsabilità, ma è anche vero che in alcune circostanze hanno dato discreta prova di sé. «Le élites non sono riluttanti a esercitare dominio e predominio – come se si modellassero sull'esempio di Cincinnato –, ma a essere qualcosa di più che un insieme di privilegiati; cioè, appunto, ad assumersi le responsabilità tipiche delle élites. È questa riluttanza – di cui ora stiamo pagando il prezzo – uno dei principali problemi del Paese».
Rassegna stampa
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dirigenti e crisi italiana in un saggio di Carlo Galli
di Christian Stocchi
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"I Riluttanti" di Carlo Galli. Elites storiche italiane
di Giuseppe Talarico