Scienziati, patrioti, presidenti
Il volume riannoda – attraverso alcune parole chiave (scienza, patria, cosmopolitismo, guerra, dittatura e ricostruzione) – i fili della storia dell'Accademia dei Lincei dagli anni immediatamente successivi all'ingresso delle truppe italiane a Roma fino a quando entrò in rotta di collisione, nel 1926, con l'Accademia d'Italia del regime fascista, concentrandosi sulla vita e sull'attività di cinque dei suoi presidenti-scienziati: Quintino Sella, Francesco Brioschi, Eugenio Beltrami, Pietro Blaserna e Vito Volterra.
È stato Sella, geologo, ad esempio, a capire l'urgenza politica di una riforma dell'alta cultura italiana, umanistica e scientifica, tramite un'Accademia che, in quanto diretta emanazione dello Stato, fosse il fulcro della vita intellettuale della nuova Italia. L'ingegnere Brioschi e il matematico Beltrami hanno poi raccolto il testimone proseguendo nell'opera di rinnovamento nazionale: il primo, sottolineando il valore delle competenze tecnico-scientifiche; il secondo, guardando al progresso in corso sul fronte internazionale della ricerca. Il lascito cosmopolita è stato realizzato soprattutto dal fisico Blaserna e dal matematico Volterra. L'Accademia fu tra le prime a sostenere nel 1899 una rete europea con le analoghe consorelle entrando essa stessa negli organismi internazionali più importanti; mentre Volterra, noto all'estero come Mister Italian Science, ha portato in dote l'International Research Council e l'International Academic Union, istituzioni fondate dai paesi alleati alla fine della prima guerra mondiale.
Rassegna stampa
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Scienziati, patrioti, presidenti
i lincei, un'accademia italiana che può vantare la vista lunga
di Domenico Ribatti