1407. La fondazione del Banco di San Giorgio
Le guerre con Venezia hanno prostrato le finanze pubbliche genovesi. Per superare una situazione di sostanziale bancarotta, nel 1405 il governatore francese promuove una riforma radicale del debito pubblico che si conclude nel 1407 con la creazione di un ente autonomo. Nasce così la Casa delle compere di San Giorgio, alla quale quasi tutti gli antichi creditori accettano di trasferire i propri diritti. L’anno dopo, per facilitare le operazioni finanziarie in un momento in cui l’Europa è afflitta dalla scarsità di monete metalliche, la Casa apre un banco di deposito, giro e credito, in assoluto il primo del suo genere nella storia finanziaria. Nei decenni seguenti, la Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio assorbe anche i prestiti pubblici rimasti estranei alla riforma del 1407 e il suo ruolo cresce continuamente. La mole ingente delle risorse finanziarie da essa gestite ne fa l’interlocutore esclusivo (ma non giugulatorio) dello Stato, cronicamente bisognoso di denaro, dal quale ottiene in cambio nuovi introiti fiscali e persino la sovranità su estese porzioni del suo territorio. L’attività bancaria si interrompe nel 1445 ma riprende con maggior vigore nel 1531, aprendo la strada all’istituzione di analoghi banchi pubblici in Italia (dal 1573) e all’estero (dal 1609).