1684. La Repubblica sfida il Re Sole
Tra il 18 e il 29 maggio 1684 Genova subisce un pesante bombardamento, intervallato da alcuni tentativi di sbarco, da parte di una potente squadra navale inviata da Luigi XIV. È un’aggressione a freddo, malamente mascherata da pretesti che non convincono nessuno nelle cancellerie d’Europa. L’azione mira a costringere Genova ad abbandonare il tradizionale orientamento filospagnolo per diventare un satellite della Francia. Il governo della Repubblica accetta la sfida: resiste al bombardamento e respinge gli sbarchi. Nei mesi seguenti cerca persino di contrattaccare. Ma presto la sproporzione delle forze lo costringe a chiedere una pace all’apparenza umiliante (il doge e quattro senatori devono recarsi a Versailles e presentare le scuse al Re Sole), che tuttavia salvaguarda l’indipendenza di Genova. Nei decenni seguenti gli sviluppi della grande politica europea finiscono paradossalmente col fare proprio della Francia, in maniera indolore e con vantaggio per i genovesi, una delle potenze di riferimento della Repubblica. Il bombardamento ferisce il tessuto urbano cittadino, è al centro dei commenti di tutte le diplomazie, ha echi nella cultura del tempo, mette allo scoperto i nervi della società genovese e contribuisce a orientarne le trasformazioni.