Susan la piratessa
«Dicono che io abbia un bottino in stoffe e in gioielli, che io sia ricca più di una regina. Non tutto è vero. Ma è vero che il coraggio non mi manca, che la mia vera terra è il mare e ho amici ovunque, da qui alla Cina al Madagascar.»
Una ciurma di pirati, gente d’ogni colore, rum. Pirati che cantano, che ridono, che s’azzuffano sul ponte. Festeggiano l’ennesimo arrembaggio vittorioso nel mar dei Caraibi e il più coraggioso tra loro. Eccolo che s’intravede… ma non è un brutto ceffo, è una ragazzina dai capelli color miele! E come ci arriva una ragazza su una nave dove svetta il Jolly Roger, la bandiera nera e bianca dei pirati, con il teschio e le ossa? È una storia lunga come erano lunghi i suoi capelli biondi, ora corti, cortissimi. Susan è partita da Londra per cercare fortuna nel mondo, vestita da maschio, perché è più sicuro e i ragazzi li pagano meglio. Aveva vele nella mente e negli occhi. Bastimenti da assalire, forzieri da rapinare e nell’anima navi in fiamme, cannoni, scontri, duelli all’arma bianca. Il tesoro? Volete sapere del tesoro? Certo che c’è, davvero.
La storia nella storia
La storia nasconde, la storia restituisce. Questa è la storia di Susan la piratessa che nessuno ha conosciuto davvero, nascosta a sé e agli altri. Vestita da uomo Susan attraversa i mari e affronta battaglie, non teme i pericoli e conquista il rispetto dei suoi compagni. Non è la sola piratessa, altregiovani donne scelgono di imbarcarsi su navi mercantili camuffate da uomo e, poi, sui vascelli pirata. Perché? Per sfuggire alla fame, per vedere il mondo, per essere libere. O semplicemente per sete di ricchezza. La storia di Susan è ispirata alle vite di Anne Bonny (1702-1782) e Mary Read (1685-1721), le due piratesse realmente esistite più famose di tutti i tempi che, insieme a Calico Jack, diedero vita a un temuto equipaggio nel mar dei Caraibi.
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