Leonardo e la marea
Un parallelo tra l’attrazione delle masse in senso fisico e il legame tra due cuori innamorati. Un racconto senza peso per affrontare con la grazia dell’infanzia due immensi misteri, l’amore e la marea.
Leonardo ha cinque anni e, come tutti i bimbi, ama chiedere perché. Un giorno, sulla spiaggia, una spiegazione maldestra della mamma mette in moto ragionamenti imprevisti. La domanda è semplice: “Perché sulla spiaggia ci sono tutti questi legnetti?” “Perché c’è la marea. Di notte il mare sale e deposita i legnetti sulla spiaggia”. “E perché c’è la marea?” “Vedi, Leonardo”, risponde la mamma, “è il mare che di notte porta tutti questi tesori alla luna… L’unica cosa che vede è la luna, e così se ne innamora.”
La favoletta che arriva in risposta sottovaluta però le capacità di analisi e la fantasia del bimbo. Nella mente di Leonardo nascono molti altri perché, tutti enormi, come la distanza tra la Terra e la Luna: perché il mare è innamorato della luna? Perché le cose pesanti si attraggono? Perché c’è la gravità?
Un coro di personaggi balneari condurrà inconsapevolmente Leonardo a capire come sia impossibile descrivere i semplici sentimenti che ci governano mentre, usando la sabbia e lo spazio tra gli ombrelloni, la mamma spiegherà in modo semplice gli astrusi fenomeni naturali che regolano il mondo. Con gli occhi di Leonardo conosciamo un’interpretazione poetica della forza di gravità e un’indagine scientifica dei sentimenti e vediamo, con la stessa chiarezza serena dell’estate, che è un peccato imperdonabile smettere di chiedersi perché.
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