Vita e morte nel Terzo Reich
«Nuotare controcorrente non fa che peggiorare le cose»: fu la disincantata conclusione di uno degli anonimi testimoni ai quali queste pagine restituiscono la voce. Peter Fritzsche affronta il complesso tema del rapporto tra il nazismo e i tedeschi. In che modo il regime hitleriano stimolò i tedeschi ad agire come unità etnica cosciente di sé? Fino a che punto essi divennero, sia pure in maniera non sempre lineare, consapevoli nazisti capaci di compiere scelte intenzionali anche al di là dei limiti imposti dalle convenzioni morali? Federico Trocini, “L’Indice”
Un’opera che identifica i passaggi cruciali attraverso i quali i tedeschi introiettarono l’anatema antisemita e lo declinarono nei termini di un’esigenza salvifica, capace di giustificare pressoché tutto. Claudio Vercelli, “il manifesto”
Peter Fritzsche scruta la vita privata dei tedeschi, ne esamina le lettere, i diari, le conversazioni. Scopre i loro diversi punti di vista, il desiderio, il fascino e lo sgomento con cui affrontarono la rivoluzione nazista. Questo è l’agghiacciante racconto, magistralmente narrato, delle vicende di un regime che intendeva ricostituire una nazione e che, nel corso di questo processo, trasformò l’Europa in un campo di sterminio.