Edizione: 2019
Pagine: 260
Collana: Economica Laterza [900]
ISBN carta: 9788858137871
ISBN digitale: 9788858139301
Argomenti: Storia contemporanea, Storia d'Italia

In terra d'Africa

Gli italiani che colonizzarono l'impero
Emanuele Ertola

Con il roboante annuncio della nascita dell’impero, il 9 maggio 1936, Mussolini voleva fornire uno sbocco ‘produttivo’ al fenomeno dell’emigrazione che stava dissanguando il Paese. Si cominciò con la Libia, poi il cuore pulsante dell’impero divenne l’Etiopia. Ma la realtà povera e desolata di quella terra appena conquistata a colpi di massacri e devastazioni deluse chi era partito. Un lavoro di prima mano su archivi e fonti dell’epoca.
Lorenzo Cremonesi, “Corriere della Sera”

La storia sociale dell’emigrazione italiana in Etiopia.
David Bidussa, “Il Sole 24 Ore”

Chi erano gli italiani che si trasferirono nelle terre del Negus? Cosa speravano prima di partire? Come vivevano? Che rapporto ebbero con gli etiopici e con il regime? Il duce aveva piani grandiosi: eliminare l’emigrazione all’estero popolando l’Etiopia con milioni di italiani, che avrebbero dato vita a una società ideale, produttiva, razzialmente pura e perfettamente fascista. In decine di migliaia risposero all’appello, lasciarono le loro case e partirono, convinti dalla propaganda del regime che avrebbero potuto fare fortuna. La realtà sarebbe stata molto diversa.

Edizione: 2019
Pagine: 260
Collana: Economica Laterza
ISBN: 9788858137871

L'autore

Emanuele Ertola

Emanuele Ertola, laureato alla Sapienza Università di Roma, ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Firenze. La sua tesi di dottorato ha vinto ex aequo il Premio Ivano Tognarini nel 2016. Ha lavorato come ricercatore e archivista. Si occupa di storia del colonialismo e della decolonizzazione, con particolare attenzione all’emigrazione italiana nelle colonie e alle sue conseguenze sulla società e la cultura. Ha pubblicato studi in riviste e volumi in Italia e all’estero. Terre d’Africa nel 2018 ha vinto il Premio SISSCO Opera prima ed è stato finalista del Premio nazionale di Storia contemporanea Friuli Storia.

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