
La ricerca della veritÃ
Dio, nostro solo maestro di Emanuela Scribano
1. LÂ’alleanza di Cartesio e Agostino - 2. Agostino contro Cartesio - 3. Oltre Cartesio. LÂ’occasionalismo - 4. Oltre Cartesio. LÂ’immaginazione
Introduzione allÂ’edizione 1983 di Eugenio Garin
Prefazione
Avvertenza relativa a questÂ’ultima edizione
LA RICERCA DELLA VERITÀ
LIBRO PRIMO
I SENSI
Capitolo primo
I. Natura e proprietà dellÂ’intelletto - II. Natura e proprietà della volontà . Che cos’è la libertà I. Natura e proprietà dellÂ’intelletto - II. Natura e proprietà della volontà ; la libertÃ
Capitolo secondo
I. Giudizi e ragionamenti - II. Loro dipendenza dalla volontà - III. Quale uso si deve fare della propria libertà in rapporto ad essi - IV. Due regole generali per evitare l’errore e il peccato - V. Riflessioni necessarie su queste regoleI. Giudizi e ragionamenti - II. Giudizi e ragionamenti dipendono dalla volontà - III. Quale uso dobbiamo fare della nostra libertà per non ingannarci mai - IV. Regole generali per evitare l’errore - V. Riflessioni necessarie su queste due regole
Capitolo terzo
I. Risposte ad alcune obbiezioni - II. Rilievi su ciò che si è detto della necessità dell’evidenza[I.] - II. Rilievi su ciò che si è detto della necessità dell’evidenza
Capitolo quarto
I. Le cause occasionali dell’errore: le più importanti sono cinque - II. Disegno generale di tutta l’opera e disegno particolare del primo libro I. Le cause occasionali dei nostri errori: le più importanti sono cinque - II. Disegno generale di tutta quest’opera - III. Disegno particolare del primo libro
Capitolo quinto. I sensi
I. Due maniere di spiegare come i nostri sensi sono corrotti dal peccato- II. La vera causa dei nostri errori non sono i nostri sensi ma la nostra libertà - III. Regola per non ingannarsi nell’uso dei propri sensi I. Due maniere di spiegare la corruzione dei sensi per effetto del peccato - II. A farci precipitare nell’errore non sono i nostri sensi, ma il cattivo uso della nostra libertà - III. Regola per evitare l’errore nell’uso dei propri sensi
Capitolo sesto
I. Gli errori della vista in rapporto all’estensione in sé - II. Conseguenze di questi errori in rapporto a oggetti che non sono visibili - III. Gli errori dei nostri occhi a proposito dell’estensione considerata dal punto di vista relativo I. Gli errori della vista a proposito dell’estensione in sé - [II. Conseguenze degli errori dei nostri occhi a proposito di cose che esorbitano dalla sfera visiva] - III. Gli errori dei nostri occhi a proposito dell’estensione dei corpi considerati nel loro rapporto reciproco
Capitolo settimo
I. Gli errori dei nostri occhi a proposito delle figure - II. Non abbiamo cognizione alcuna delle più piccole - III. La nostra conoscenza delle più grandi non è esatta - IV. Spiegazione di certi giudizi naturali che ci impediscono di sbagliare - V. Questi medesimi giudizi c’ingannano in casi particolari I. Gli errori della nostra vista a proposito delle figure - II. Non abbiamo cognizione alcuna delle più piccole - III. La nostra conoscenza delle più grandi non è esatta - IV. Spiegazione di certi giudizi naturali che ci impediscono di sbagliare. Li chiamo naturali perché a darceli è l’Artefice della natura - V. Questi medesimi giudizi c’ingannano in alcuni casi particolari
Capitolo ottavo
I. I nostri occhi non ci rivelano la grandezza o la velocità del movimento considerato in sé - II. Ignoriamo la durata necessaria perché si conosca il movimento - III. Esempio degli errori dei nostri occhi circa il movimento e il riposoI. I nostri occhi non ci rivelano la grandezza o la velocità del movimento considerato in sé - II. Ignoriamo la durata necessaria per conoscere la grandezza del movimento - III. Esempio dell’errore dei nostri occhi circa il movimento o il riposo dei corpi
Capitolo nono
Ancora sullo stesso argomento: I. Prova generale degli errori della nostra vista a proposito del movimento - II. È necessario conoscere la distanza degli oggetti per giudicare l’ampiezza del loro movimento - III. Esame dei mezzi per riconoscere le distanze [I.] Ecco una prova generale di tutti gli errori in cui ci fa cadere la nostra vista a proposito del movimento - II. È necessario conoscere la distanza degli oggetti per conoscere la grandezza del loro movimento - III. Esame dei mezzi per riconoscere la distanza degli oggetti
Capitolo decimo
Errori relativi alle qualità sensibili: I. Distinzione tra anima e corpo - II. Spiegazione degli organi di senso - III. A quale parte del corpo si trova unita immediatamente l’anima - IV. Azione degli oggetti sui corpi - V. Che cosa determinano nell’anima e per quali ragioni l’anima non avverte i movimenti delle fibre del corpo - VI. Quattro cose che vengono confuse in ciascuna sensazioneI. Distinzione tra anima e corpo - II. Spiegazione degli organi di senso - III. L’anima è immediatamente unita alla parte del cervello dove vanno a terminare i filamenti degli organi di senso - IV. Esempio dell’effetto che gli oggetti fanno sul corpo - V. Che cosa determinano gli oggetti nell’anima e per quali ragioni l’anima non avverte i movimenti delle fibre del corpo - VI. Quattro cose che vengono confuse in ciascuna sensazione
Capitolo undicesimo
I. In che errore si cade a proposito dellÂ’azione degli oggetti contro le fibre esterne dei nostri sensi - II. Causa di tale errore - III. Obbiezione e rispostaI. In che errore si cade a proposito dellÂ’azione degli oggetti contro le fibre dei nostri sensi - II. Causa di tale errore - III. Obbiezione
Capitolo dodicesimo
I. Errori che riguardano i movimenti delle fibre dei nostri sensi - II. Non ci accorgiamo di tali movimenti o li confondiamo con le nostre sensazioni - III. Esperienza che lo prova - IV. Tre tipi di sensazioni- V. Gli errori che le accompagnanoI. Errori che riguardano i movimenti o vibrazioni delle fibre dei nostri sensi - II. Li confondiamo con le sensazioni della nostra anima e a volte non li percepiamo - III. Esperienza che lo prova - IV. Spiegazione di tre tipi di sensazioni dellÂ’anima - V. Errori che accompagnano le sensazioni
Capitolo tredicesimo
I. Natura delle sensazioni - II. Le conosciamo meglio di quanto non si creda - III. Obbiezione e risposta - IV. Perché s’immagina di non saper nulla delle proprie sensazioni - V. Ci si sbaglia quando si crede che tutti gli uomini abbiano le medesime sensazioni a proposito degli stessi oggetti - VI. Obbiezione e risposta I. Definizione delle sensazioni - II. Si conoscono le proprie sensazioni meglio di quanto non si creda - III. Obbiezione e risposta - IV. D’onde deriva che s’immagina di non saper nulla delle proprie sensazioni - V. Ci si sbaglia quando si crede che tutti gli uomini abbiano le medesime sensazioni a proposito degli stessi oggetti - [VI.]
Capitolo quattordicesimo
I. Giudizi errati che accompagnano le nostre sensazioni e che noi confondiamo con esse - II. Ragioni di tali giudizi errati - III. LÂ’errore non sta nelle nostre sensazioni, ma solo in questi giudizi I. Giudizi errati che accompagnano le nostre sensazioni e che noi confondiamo con esse - II. Ragioni di tali giudizi errati - III. LÂ’errore non sta nelle nostre sensazioni, ma solo nei nostri giudizi
Capitolo quindicesimo
Spiegazione degli errori particolari della vista addotta come esempio degli errori generali dei nostri sensi
Capitolo sedicesimo
I. Gli errori dei nostri sensi ci servono come princìpi generali, e anche molto fertili, per ricavarne conclusioni errate che, a loro volta, servono da princìpi - II. Origine delle differenze essenziali - III. Le forme sostanziali - IV. Alcuni altri errori della filosofia della scuola I. Gli errori dei nostri sensi ci servono come princìpi generali per ricavarne conclusioni errate che, a loro volta, servono da princìpi - II. L’origine delle differenze che si attribuiscono agli oggetti; queste differenze sono nell’anima - III. L’origine delle forme sostanziali - IV. L’origine di tutti gli altri errori più generali della fisica della scuola
Capitolo diciassettesimo
I. Altro esempio ricavato dalla morale: ci fa vedere che i nostri sensi ci offrono soltanto dei falsi beni - II. Il nostro solo bene è Dio - III. Origine degli errori degli epicurei e degli stoici I. Esempio ricavato dalla morale: i nostri sensi ci offrono soltanto dei falsi beni - II. Il nostro solo bene è Dio; tutti gli oggetti sensibili sono incapaci di farci provare piacere - III. L’origine degli errori degli epicurei e degli stoici
Capitolo diciottesimo
I. I nostri sensi ci traggono in errore anche a proposito di cose non sensibili- II. Esempio ricavato dalla conversazione degli uomini - III. Non ci si deve fermare agli aspetti che colpiscono i nostri sensi I. I nostri sensi ci traggono in errore anche a proposito di cose che non sono sensibili - II. Esempio ricavato dalla conversazione degli uomini - III. Non ci si deve fermare agli aspetti sensibili e gradevoli
Capitolo diciannovesimo
Altri due esempi. I. Primo esempio: gli errori che riguardano la natura dei corpi - II. Secondo esempio: gli errori che riguardano le qualità dei medesimi corpi I. Errori che riguardano la natura dei corpi - II. Errori che riguardano le loro qualità e le loro perfezioni
Capitolo ventesimo
Conclusioni di questo primo libro. I. I nostri sensi ci sono dati solo in funzione del nostro corpo - II. Bisogna dubitare di quel che ci riferiscono- III. Dubitare correttamente non è cosa di poco conto I. I nostri sensi ci sono dati solo per la conservazione del nostro corpo - II. Bisogna dubitare di come ci presentano le cose - III. Saper dubitare correttamente non è cosa di poco conto
LIBRO SECONDO
LÂ’IMMAGINAZIONE
Parte prima
Capitolo primo
I. Idea generale dell’immaginazione - II. Due facoltà dell’immaginazione, attiva l’una, passiva l’altra - III. Causa generale dei mutamenti che avvengono nell’immaginazione e fondamento di questo secondo libro
Capitolo secondo
I. Gli spiriti animali e i mutamenti a cui vanno generalmente soggetti- II. Il chilo va al cuore determinandovi dei mutamenti negli spiriti- III. Altrettanto fa il vino[I.] - II. Il chilo va al cuore determinandovi dei mutamenti negli spiriti - III. Altrettanto fa il vino
Capitolo terzo
Anche lÂ’aria che si respira determina qualche mutamento negli spiriti
Capitolo quarto
I. Mutamento degli spiriti dovuto ai nervi che vanno al cuore e ai polmoni- II. Mutamento dovuto ai nervi che vanno al fegato, alla milza e ai visceri - III. Si tratta di fatti indipendenti dalla nostra volontà , ma che non possono verificarsi senza una provvidenza I. Mutamento degli spiriti dovuto ai nervi che vanno al cuore e ai polmoni - II. Mutamento degli spiriti dovuto ai nervi che vanno al fegato, alla milza e agli altri visceri - III. Questi mutamenti avvengono indipendentemente dalla nostra volontà in base all’ordine di una provvidenza
Capitolo quinto
I. Il legame delle idee dello spirito con le tracce del cervello - II. Legame reciproco che sussiste fra queste tracce - III. La memoria - IV. Le abitudini I. LÂ’unione dellÂ’anima col corpo - II. Il legame reciproco fra le tracce - III. La memoria - IV. Le abitudini
Capitolo sesto
I. Le fibre del cervello non sono soggette a mutamenti così rapidi come quelli degli spiriti - II. Tre diversi mutamenti nelle tre diverse età I. Le fibre del cervello non sono soggette a mutamenti così rapidi come quelli degli spiriti - II. Tre considerevoli mutamenti che si verificano nelle tre età diverse
Capitolo settimo
I. Comunicazione che sussiste fra il cervello di una madre e quello del suo bambino - II. Comunicazione fra il nostro cervello e le altre parti del nostro corpo: essa ci porta all’imitazione e alla compassione - III. Spiegazione della generazione dei parti mostruosi e della propagazione delle specie - IV. Spiegazione di alcuni disordini mentali e di talune inclinazioni della volontà - V. La concupiscenza e il peccato originale- VI. Obbiezioni e risposte I. Comunicazione che sussiste fra il cervello della madre e quello del suo bambino - II. Comunicazione fra il nostro cervello e le parti del nostro corpo: essa ci porta all’imitazione e alla compassione - III. Spiegazione della generazione dei parti mostruosi e della propagazione della specie - IV. Spiegazione di alcuni disordini mentali e di talune inclinazioni distorte della volontà - V. Spiegazione della concupiscenza e del peccato originale - VI. Obbiezioni e risposte
Capitolo ottavo
I. Mutamenti che si verificano nellÂ’immaginazione di un bambino uscito dal seno materno per effetto del suo conversare con la nutrice, con la madre e con gli altri - II. Consigli per una buona educazione[I.] - II. Consigli per una buona educazione dei bambini
Parte seconda
LÂ’IMMAGINAZIONE
Capitolo primo
I. L’immaginazione delle donne - II. Quella degli uomini - III. Quella dei vecchi I. L’immaginazione delle donne - II. L’immaginazione degli uomini nella loro età migliore - III. L’immaginazione dei vecchi
Capitolo secondo
Gli spiriti animali seguono in genere le tracce delle idee che ci sono più familiari; perciò non diamo un retto giudizio delle cose
Capitolo terzo
I. Gli uomini di studio sono i più soggetti all’errore - II. Ragioni per cui si preferisce seguire l’autorità anziché far uso della propria mente I. Gli uomini di studio sono i più soggetti all’errore - II. Ragioni per cui si preferisce seguire l’autorità piuttosto che fare uso della propria mente
Capitolo quarto
Due effetti negativi della lettura sullÂ’immaginazione
Capitolo quinto
Gli uomini di studio s’innamorano di solito di qualche autore, sicché il loro principale scopo è di sapere ciò che egli ha creduto senza curarsi di ciò che si deve credere
Capitolo sesto
La preoccupazione dei commentatori
Capitolo settimo
I. GlÂ’inventori di nuovi sistemi - II. Un ultimo errore degli uomini di studio[I.] - II. Un considerevole errore degli studiosi
Capitolo ottavo
I. Degli spiriti effeminati - II. Degli spiriti superficiali - III. Delle autorità - IV. Degli sperimentatori I. Degli spiriti effeminati - II. Degli spiriti superficiali - III. Delle persone autorevoli - IV. Degli sperimentatori
Parte terza
LÂ’INFLUENZA CONTAGIOSA DELLE FORTI IMMAGINAZIONI
Capitolo primo
I. La nostra disposizione a imitare gli altri in tutte le cose è alla radice del comunicarsi degli errori dovuti alla potenza dell’immaginazione- II. Due cause principali che aumentano una tale disposizione - III. Cosa s’intende per immaginazione forte - IV. Ce ne sono di più tipi. I pazzi e coloro che hanno un’immaginazione forte nel senso che intendiamo qui - V. Due considerevoli difetti di quanti posseggono una forte immaginazione - VI. Loro capacità di persuadere e di imporsi[I.] - II. Le due cause principali che aumentano la nostra disposizione a imitare gli altri - III. Cosa s’intende per immaginazione forte - IV. Ce ne sono di due tipi - V. Due difetti considerevoli di quanti posseggono una forte immaginazione - VI. Chi è provvisto di forte immaginazione ha facili poteri persuasivi
Capitolo secondo
Esempi generali della forza dellÂ’immaginazione
Capitolo terzo
I. La forza dellÂ’immaginazione di certi autori - II. Tertulliano[I.] - [II.]
Capitolo quarto
LÂ’immaginazione di Seneca
Capitolo quinto
Il libro di Montaigne
Capitolo ultimo
I. Stregoni per forza dÂ’immaginazione e lupi mannari - II. Conclusione dei due primi libriI. Stregoni per forza dÂ’immaginazione e lupi mannari - II. Conclusione dei primi due libri
LIBRO TERZO
LÂ’INTELLETTO O SPIRITO PURO
[Parte prima]
Capitolo primo
I. Solo il pensiero è essenziale allo spirito. Sentire e immaginare sono soltanto sue modificazioni - II. Non conosciamo tutte le modificazioni di cui la nostra anima è capace - III. Le nostre sensazioni, e anche le nostre passioni, sono diverse dalla nostra conoscenza e dal nostro amore e non sempre ne sono conseguenze I. Solo il pensiero è essenziale allo spirito. Sentire e immaginare non sono che sue modificazioni - II. Noi non conosciamo tutte le modificazioni di cui la nostra anima è capace - III. Le nostre sensazioni sono diverse dalla nostra conoscenza e dal nostro amore e non ne sono conseguenze
Capitolo secondo
I. Lo spirito, essendo limitato, non può intendere ciò che partecipa dell’infinito- II. La sua limitazione è la fonte di parecchi errori - III. E principalmente delle eresie - IV. Bisogna sottomettere lo spirito alla fede I. Lo spirito, essendo limitato, non può intendere ciò che partecipa dell’infinito - II. La limitazione dello spirito è la fonte di parecchi errori - [III.] - [IV.]
Capitolo terzo
I. I filosofi si disperdono applicandosi a temi che implicano troppi rapporti e che dipendono da troppe cose senza osservare nei loro studi ordine alcuno - II. Esempio tratto da Aristotele - III. I geometri, al contrario, nella ricerca della verità , seguono una buona strada, specialmente quelli che si servono dell’algebra e dell’analisi - IV. Il loro metodo aumenta la forza dello spirito, mentre la logica di Aristotele la diminuisce - V. Altro difetto degli uomini di studio I. I filosofi mancano d’ordine nei loro studi - II. Esempio della mancanza di un ordine in Aristotele - III. I geometri nella ricerca della verità seguono una buona strada - IV. Il loro metodo aumenta la capacità dell’intelletto, quello d’Aristotele la diminuisce - V. Altro difetto degli studiosi
Capitolo quarto
I. L’intelletto non può applicarsi a lungo a oggetti con cui non ha rapporto o che non partecipano in qualche modo dell’infinito - II. L’incostanza della volontà è causa di un tale difetto d’applicazione e quindi dell’errore - III. Le nostre sensazioni ci assorbono più delle pure idee dello spirito - IV. Questa è la fonte della corruzione dei costumi- V. E dell’ignoranza della comune degli uomini[I.] - II. L’incostanza della volontà è causa del difetto di applicazione e quindi dell’errore - III. Le nostre sensazioni ci assorbono più delle pure idee dell’intelletto - IV. Questa è la fonte della corruzione dei costumi - V. E dell’ignoranza degli uomini
Seconda parte dellÂ’intelletto puro
LA NATURA DELLE IDEE
Capitolo primo
I. Cosa sÂ’intende per idee. Esse esistono veramente e sono necessarie per la percezione di tutti gli oggetti materiali - II. Classificazione di tutte le maniere in cui si possono vedere gli oggetti esterni[I.] - II. Classificazione di tutte le maniere in cui si possono vedere gli oggetti esterni
Capitolo secondo
Gli oggetti materiali non emettono specie ad essi somiglianti
Capitolo terzo
LÂ’anima non ha il potere di produrre le idee. Causa dellÂ’errore in cui si cade a questo proposito
Capitolo quarto
Non vediamo gli oggetti per mezzo di idee create con noi. Dio non le crea in noi via via che ne abbiamo bisogno
Capitolo quinto
Lo spirito non vede né l’essenza né l’esistenza degli oggetti considerando le sue proprie perfezioni. Solo Dio le vede così
Capitolo sesto
Noi vediamo tutte le cose in Dio
Capitolo settimo
I. Quattro diverse maniere di vedere le cose - II. Come si conosce Dio- III. Come si conoscono i corpi - IV. Come si conosce la propria anima- V. Come si conoscono le anime degli altri uomini ed i puri spiriti I. Quattro maniere di vedere le cose – II. Come si conosce Dio - III. Come si conoscono i corpi - IV. Come si conosce la propria anima - V. Come si conosce l’anima degli altri uomini
Capitolo ottavo
I. L’intima presenza dell’idea vaga dell’essere in generale è la causa di tutte le astrazioni abnormi dello spirito e della maggior parte delle chimere della filosofia corrente che impediscono a molti filosofi di riconoscere la fondatezza dei veri princìpi della fisica - II. Esempio relativo all’essenza della materia [I.] - II. Dell’essenza della materia
Capitolo nono
I. Ultima causa generale dei nostri errori - II. Le idee delle cose non sempre si presentano allo spirito appena lo si desidera - III. Ogni spirito finito è soggetto all’errore; per quale ragione - IV. Non si deve giudicare che vi siano solo corpi o spiriti, né che Dio sia spirito nel senso in cui noi concepiamo gli spiriti I. Ultima causa generale dei nostri errori - II. Le idee delle cose non si presentano allo spirito appena lo desidera - III. Ogni spirito finito è soggetto all’errore - IV. Non si deve concepire che non vi sia altro di creato oltre ai corpi o agli spiriti, né che Dio sia spirito nel senso in cui concepiamo gli spiriti
Capitolo decimo
Esempi di alcuni errori di fisica in cui si cade perché si suppone che esseri diversi per natura, qualità , estensione, durata, proporzione, siano simili sotto tutti questi rispetti
Capitolo undicesimo
Esempi di errori dÂ’ordine morale che dipendono dallo stesso principio
Conclusione dei primi tre libri
LIBRO QUARTO
INCLINAZIONI O MOVIMENTI NATURALI DELLO SPIRITO
Capitolo primo
I. Gli spiriti devono avere delle inclinazioni come i corpi hanno dei movimenti - II. Dio conferisce movimento agli spiriti solo nella sua direzione - III. Gli spiriti si volgono ai beni particolari solo per il loro moto verso il bene in generale - IV. Origine delle principali inclinazioni naturali su cui si fonderà la partizione di questo quarto libro I. Gli spiriti devono avere delle inclinazioni come i corpi hanno dei movimenti - II. Dio non ha che se stesso come fine principale delle sue azioni e conferisce movimento agli spiriti solo nella sua direzione - III. Gli spiriti si volgono ai beni particolari solo per il loro moto verso il bene in generale - IV. Origine delle principali inclinazioni naturali su cui si fonderà la partizione di questo quarto libro
Capitolo secondo
I. L’inclinazione per il bene in generale è il principio dell’inquietudine della nostra volontà - II. Quindi della nostra scarsa applicazione e della nostra ignoranza - III. Primo esempio: la morale poco conosciuta dalla comune degli uomini - IV. Secondo esempio: l’immortalità dell’anima contestata da taluni - V. Estrema è la nostra ignoranza nei confronti delle cose astratte o prive di rapporto con noi I. L’inclinazione per il bene in generale è il principio dell’inquietudine della nostra volontà - II. Quindi della nostra scarsa applicazione e della nostra ignoranza - III. Primo esempio: la morale poco conosciuta dalla comune degli uomini - IV. Secondo esempio: l’immortalità dell’anima contestata da taluni - V. Estrema è la nostra ignoranza nei confronti delle cose astratte o che non hanno molto rapporto con noi
Capitolo terzo
I. La curiosità è naturale e necessaria - II. Tre regole per tenerla a freno - III. Spiegazione della prima regola I. La curiosità è naturale e necessaria - II. Tre regole per tenere a freno la curiosità - III. Spiegazione particolare della prima di queste regole
Capitolo quarto
Continuazione del medesimo tema. I. Spiegazione della seconda regola della curiosità - II. Spiegazione della terza I. Seconda regola della curiosità - II. Terza regola della curiositÃ
Capitolo quinto
I. La seconda inclinazione naturale o amor proprio - II. Si suddivide in amore dellÂ’essere e del benessere, ossia della grandezza e del piacere I. La seconda inclinazione naturale o amor proprio - II. LÂ’amor proprio si suddivide in amore dellÂ’essere e del benessere, ossia della grandezza e del piacere
Capitolo sesto
I. La nostra inclinazione per tutto ciò che ci eleva al disopra degli altri - II. Falsi giudizi di persone dedite alla pietà - III. Falsi giudizi dei superstiziosi e degli ipocriti - IV. Voët nemico di Descartes I. La nostra inclinazione per tutto ciò che ci eleva al disopra degli altri - II. Falsi giudizi di persone dedite alla pietà - III. Falsi giudizi dei superstiziosi e degli ipocriti - IV. Voët
Capitolo settimo
Il desiderio della scienza e i giudizi dei falsi dotti
Capitolo ottavo
I. Il desiderio di apparire dotto - II. Le conversazioni dei falsi dotti - III. Le loro opere I. Il desiderio di apparire dotto - II. Le conversazioni dei falsi dotti - III. I libri dei falsi dotti
Capitolo nono
Come la nostra inclinazione per le dignità e le ricchezze ci porta all’errore
Capitolo decimo
LÂ’amore del piacere in rapporto alla morale. I. Bisogna fuggire il piacere anche se rende felici - II. Esso non deve portarci allÂ’amore dei beni sensibiliI. Bisogna fuggire il piacere anche se rende felici - II. Esso non deve portarci allÂ’amore dei beni sensibili
Capitolo undicesimo
L’amore del piacere in rapporto alle scienze speculative. I. Come c’impedisce di scoprire la verità - II. Qualche esempio - III. Chiarimento sulla prova cartesiana dell’esistenza di Dio I. Come l’amore del piacere c’impedisce di scoprire la verità - II. Qualche esempio - III. Chiarimento sulla prova cartesiana dell’esistenza di Dio
Capitolo dodicesimo
Quali effetti è capace di produrre nello spirito il pensiero dei beni e dei mali futuri
Capitolo tredicesimo
I. La terza inclinazione naturale, cioè l’amicizia che proviamo per gli altri uomini - II. Essa ci porta a sostenere i punti di vista dei nostri amici e ad ingannarli con lodi fittizie I. La terza inclinazione naturale, cioè l’amicizia che proviamo per gli altri uomini - II. Essa ci porta a sostenere i punti di vista dei nostri amici e ad ingannarli con lodi fittizie
LIBRO QUINTO
LE PASSIONI
Capitolo primo
Natura e origine delle passioni in generale
Capitolo secondo
LÂ’unione dello spirito con gli oggetti sensibili, ossia la forza e lÂ’estensione delle passioni in generale
Capitolo terzo
Spiegazione dettagliata di tutti i mutamenti che nelle passioni hanno luogo nel corpo e nellÂ’anima
Capitolo quarto
I piaceri e i moti delle passioni cÂ’invischiano nellÂ’errore nei confronti del bene. Bisogna opporre continua resistenza. Come combattere il libertinaggio
Capitolo quinto
La perfezione dello spirito consiste nella sua unione con Dio attraverso la conoscenza della verità e l’amore della virtù; mentre, al contrario, la sua imperfezione viene solo dalla dipendenza dal corpo, per via del disordine dei suoi sensi e delle sue passioni
Capitolo sesto
Gli errori più generali delle passioni; esempi particolari
Capitolo settimo
Le passioni in particolare e in primo luogo la meraviglia e i suoi effetti negativi
Capitolo ottavo
Continuazione del medesimo tema. Possibilità di fare buon uso della meraviglia e delle altre passioni
Capitolo nono
Amore, avversione e loro principali specie
Capitolo decimo
Le passioni in particolare e, in generale, il modo di spiegarle e di individuare gli errori di cui sono causa
Capitolo undicesimo
Tutte le passioni si giustificano; giudizi che ci fanno formulare per giustificarle
Capitolo dodicesimo
Le passioni che hanno per oggetto il male sono le più pericolose ed ingiuste; quelle che meno si accompagnano alla conoscenza sono le più vive e sensibili
LIBRO SESTO
DEL METODO
Parte prima
Capitolo primo
Disegno di questo libro. I due mezzi generali per mantenere l’evidenza nella ricerca della verità che saranno il soggetto del libro
Capitolo secondo
L’attenzione è necessaria per mantenere l’evidenza nelle nostre conoscenze. Le modificazioni sensibili rendono l’anima attenta ma frazionano troppo la sua capacità di percepire
Capitolo terzo
Che uso si può fare delle passioni e dei sensi per tener viva l’attenzione della mente
Capitolo quarto
Impiego dell’immaginazione per mantenere l’attenzione della mente e utilità della geometria
Capitolo quinto
Mezzi per aumentare l’estensione e la capacità della mente. L’aritmetica e l’algebra sono assolutamente necessarie
Parte seconda
DEL METODO
Capitolo primo
Regole che vanno osservate nella ricerca della veritÃ
Capitolo secondo
Regola generale che riguarda lÂ’oggetto dei nostri studi. I filosofi della scuola non la osservano; ne derivano parecchi errori in fisica
Capitolo terzo
L’errore più pericoloso della filosofia degli antichi
Capitolo quarto
Spiegazione della seconda parte della regola generale. I filosofi non la osservano quasi mai. Descartes ha cercato di osservarla scrupolosamente nella sua fisica; a riprova ne offriamo un riassunto
Capitolo quinto
Spiegazione dei princìpi della filosofia di Aristotele; si fa vedere che non ha mai osservato la seconda parte della regola generale e si esaminano i suoi quattro elementi e le sue qualità elementari
Capitolo sesto
Direttive generali necessarie per procedere con ordine nella ricerca della verità e nella scelta delle scienze
Capitolo settimo
LÂ’impiego della prima regola che riguarda le questioni particolari
Capitolo ottavo
Applicazione delle altre regole a questioni particolari
Capitolo nono
Ultimo esempio volto a far conoscere l’utilità di questa opera. In tale esempio si ricerca la causa fisica della durezza ossia dell’unione reciproca delle parti dei corpi
Conclusione dei tre ultimi libri
Indice dei nomi
Pagine: Array
Collana: Biblioteca Filosofica Laterza
ISBN carta: 9788858146057
ISBN digitale: 9788842083986
Argomenti: Classici della filosofia moderna
La ricerca della veritÃ
a cura di M. Garin, introd. di E. Garin, con un saggio di E. Scribano
Di quest'ultima, Maria Garin ha realizzato nel 1983 per i tipi della Laterza una traduzione in italiano, basata sul testo critico fornito da Geneviève Rodis-Lewis nel quadro delle Oeuvres complètes di Malebranche. L'edizione era introdotta da un saggio di Eugenio Garin. Oggi viene riproposta con una nota di Emanuela Scribano che riattraversa la filosofia di Malebranche mettendone in luce originalità e ricchezza.
Pagine: Array
Collana: Biblioteca Filosofica Laterza
ISBN: 9788858146057
L'autore
Nicolas Malebranche
Altre opere
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