La lezione di Enea
Se in tempo di pace e di prosperità chiediamo a Omero d’insegnarci la vita, a ogni rivolgimento della Storia dovremmo deporre Iliade e Odissea e affrettarci a riprendere in mano l’Eneide. Andrea Marcolongo ci fa scoprire l’essenza vera di Enea. L’eroe che cerca un nuovo inizio con in mano il bene più prezioso: la capacità di resistere e di sperare. Una lezione attualissima.
Vi siete mai chiesti perché, pur avendo dovuto tutti leggere l’Eneide a scuola, fatichiamo a ricordare qualcosa che non sia la fuga da Troia o la grande storia d’amore tragico con Didone? Perché abbiamo così facilmente dimenticato gli epici racconti sulle mitiche origini di Roma e del suo impero? Forse perché i versi del poema di Virgilio non sono adatti ai momenti in cui le cose filano lisce e allora si va in cerca di avventura nella letteratura. Il canto di Enea è destinato al momento in cui si sperimenta l’urgenza di raccapezzarsi in un dopo che stordisce per quanto è diverso dal prima in cui si è sempre vissuto. Enea è l’eroe che vaga nel mondo portandosi sulle spalle anziani e bambini. È colui che viaggia su una nave senza nocchiero alla ricerca di un nuovo inizio, di una terra promessa in cui ricominciare. È l’uomo sconfitto, colui che non ha più niente tranne la capacità di resistere e di sperare. Un personaggio quanto mai attuale.
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