Le stragi sono tutte un mistero
Patria dei misteri. Terra delle mezze verità. Luogo di omertà e silenzi impenetrabili. È davvero questa l’Italia? Oppure negli anni giudici, giornalisti e poi storici sono riusciti, in mezzo a mille ostacoli e a mille difficoltà, a ricostruire, tessera dopo tessera, la verità sulle stragi che hanno insanguinato la nostra penisola?
L’Italia è il Paese dei misteri. I colpevoli delle stragi non sono mai stati trovati né sono mai stati puniti. Tutto viene insabbiato e non si riesce mai a trovare il bandolo della matassa per chiudere definitivamente la stagione dolorosa delle bombe, la cosiddetta ‘strategia della tensione’, e consegnarla alla storia. Ogni volta sembra di ricominciare da capo: piazza Fontana, piazza della Loggia e stazione di Bologna sono soltanto alcune delle tappe di una laica via crucis che non ha mai fine e su cui ogni anno emergono particolari, false piste, rivelazioni vere o false. Se però sbirciamo oltre il muro delle tante assoluzioni, le cose non stanno proprio così. Ormai le testimonianze e le carte ci permettono di ricostruire con precisione quanto è successo in quella fase storica. Se Pasolini, in un suo articolo molto famoso, scriveva «io so, ma non ho le prove», ora possiamo dire che sappiamo e abbiamo le prove, di molto, se non di tutto, e spesso possiamo pure fare nomi e cognomi di esecutori e mandanti.
Rassegna stampa
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Benedetta Tobagi: stragi, segreti e misteri, perché ce l’hanno raccontata così
di Valeria Palumbo e Carlo Rotondo