Senza Chiesa e senza Dio
La crisi delle chiese cristiane è un problema solo interno alle comunità religiose? O non deve piuttosto preoccupare tutti l’eclissi di valori e visioni che – nate in seno a una confessione – hanno contribuito anche nel confronto e nel conflitto a forgiare nei secoli le mentalità dell’Occidente e non solo?
La Chiesa è in crisi. Anzi, le chiese cristiane sono in crisi, soprattutto nei paesi europei, e la loro appare una crisi epocale: al cuore delle comunità affiora un vistoso disagio, che si manifesta in modi diversi. Sociologi e teologi parlano apertamente di fuoriuscita del cristianesimo dalla cultura occidentale, e di una sua imminente implosione. C’è chi preferisce, al termine crisi, quello di declino di una determinata forma storica di cristianesimo, ma la sostanza non cambia.
Cosa resterà, della Chiesa in crisi di oggi, nei prossimi decenni? Obiettivo del libro è di soffermarsi su alcuni suoi tratti salienti, destinati presumibilmente a durare nel tempo, e determinare i caratteri della Chiesa futura, ma anche più in generale della società futura.
Dalla fine della cristianità e dall’evidente crisi di Dio alla scomparsa dal paesaggio sociale europeo della figura del praticante, a vantaggio di quelle del nomade dello spirito e del pellegrino; dalla spinosa ma ineludibile questione del pluralismo religioso alla nuova geografia degli odierni cristianesimi; dal ruolo della Bibbia, grande codice dell’Occidente e non solo, alla figura di Gesù, riscoperta di recente nella sua ebraicità e da riscoprire sempre nella sua reale umanità. La domanda centrale è poi su che cosa rischiamo tutti di perdere in una cultura in cui il cristianesimo che abbiamo ereditato dal passato non funziona più. Quel che è certo è che se la visione cristiana vuole risultare ancora credibile, va ripensata da capo. E un ancoraggio solidissimo – per credenti e non credenti – sembra essere la classica e antica triade delle virtù teologali: fede, speranza e carità. Che si possa ripartire tutti da qui?