Umanità violata
Quanto sta accadendo in Palestina è irriducibile a una misura locale: è una apocalisse che narra di tutti noi, è un ‘nodo’ della storia mondiale che chiama in causa anche la filosofia. Perché proprio in questo nostro presente cieco a sé stesso – come sempre è il presente quando le civiltà paiono precipitare nel sonnambulismo che precede lo schianto – è necessario fare ricorso al pensiero.
All’origine di questo libro c’è un viaggio di scoperta che comincia in Israele e nei territori occupati della Palestina al principio del 2023 e prosegue – nella riflessione – nei mesi seguenti l’eccidio del 7 ottobre dello stesso anno. Roberta De Monticelli, filosofa nota anche per i suoi interventi pubblici, vede rappresentato nella Palestina, minuscolo pezzo di terra mediterranea incastrato fra Europa, Asia e Africa, il luogo in cui prende forma esemplare e tragica uno dei paradossi su cui si regge la civiltà. Da quando esiste, il diritto è in tensione costante con la giustizia e con la forza e vige in virtù della politica che pure ne è vincolata e regolata – salvo farsi non solo cieca ma criminale. È questo il paradosso della legge, che si rivive in tutta la sua tragica profondità in Palestina, nella terra dove tre religioni riconoscono alla legge scritta un’origine divina, e in Israele, uno stato sul quale pende oggi la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja che deciderà dell’accusa di genocidio. Molti sono gli interrogativi: dove può arrivare la forza? Quale la giustizia da difendere? C’è una Legge più alta delle altre? Come può intervenire la politica per immaginare un futuro di pace?
Questa prospettiva sulla Palestina storica e su quella presente non è quella di uno storico, di un politologo, di uno studioso di geopolitica e nemmeno quella di un attivista. Il viaggio si fa ricerca filosofica sulla possibilità stessa della giustizia, del diritto, della convivenza umana, in un confronto che tiene insieme lettura del presente e storia del pensiero, in un percorso in cui si incontrano Mosè e Cristo, Agostino e Giustiniano, Cusano e Grozio, Freud, Thomas Mann e Jeanne Hersch. Alla base del libro c’è anche la volontà di rompere il muro dell’indifferenza, per superare la rimozione che tutti noi abbiamo compiuto: dell’arbitrio, della violenza, dell’ingiustizia di un’occupazione militare che dura da 57 anni, della storia che l’ha preceduta. Ma anche del filo fragile e prezioso che lega molte generazioni di palestinesi e una minoranza di ebrei israeliani alla speranza, sorprendente e tenace, che ci sia ancora una giurisdizione di verità. Perché si veda ancora si può e si deve credere nella ragione e nel diritto.