Indice Estratto

Edizione: 2002, VIII rist. 2018
Pagine: 254
Collana: Manuali di base [6]
ISBN carta: 9788842068051
ISBN digitale: 9788858118443
Argomenti: Scienze della comunicazione

Manuale di comunicazione pubblica

Paolo Mancini

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La «pubblicità», intesa come disposizione dell'istituzione a rendersi aperta e trasparente, a comunicare verso l'esterno, rappresenta uno degli elementi fondanti della democrazia parlamentare.
In questo volume, una esauriente introduzione ai soggetti, ai concetti, alle aree tematiche, alle metodologie della comunicazione pubblica.

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Edizione: 2018
Pagine: 254
Collana: Manuali di base
ISBN: 9788842068051

L'autore

Paolo Mancini

Paolo Mancini insegna Comunicazione all’Università di Perugia e alla Luiss di Roma. È autore, tra l’altro, di Politics, media and modern democracy (con D.L. Swanson, Westport 1996) e Il sistema fragile (Roma 2000).

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¹ John Keane distingue tre diverse accezioni di società civile. La prima è quella che contrappone la società civile al potere assoluto. È la prima accezione di Adam Ferguson e di quelli che definiremo «pensatori dell’illuminismo scozzese». La seconda accezione contrappone invece la società civile allo stato (come peraltro nell’interpretazione di Bobbio) ed è sostenuta soprattutto dal pensiero liberale. In modo particolare Keane indica Thomas Paine come maggior responsabile di questa interpretazione. Nella terza accezione, quella di Hegel, la società civile è vista come una sfera intermedia tra quella familiare e quella dello stato in cui peraltro si identifica l’universalità del pensiero. Keane illustra poi la posizione di cautela di Tocqueville (e di John Stuart Mill, si potrebbe aggiungere) preoccupati dei rischi della dittatura della maggioranza (Keane, 1993).

² Habermas definirà invece il concetto di società civile nel seminario di presentazione della traduzione americana di Storia e critica dell’opinione pubblica di cui si parlerà più avanti. In questo testo Habermas afferma che: «la società civile è costituita da organizzazioni volontarie, al di fuori dell’ambito dello stato e dell’economia, quali (senza con questo dare alcun ordine gerarchico) la chiesa, le associazioni culturali, le accademie, i circoli sportivi e ricreativi, i gruppi di interesse, i partiti, i sindacati, ecc.» (Habermas, 1992, p. 454).

³ Come è noto, la denominazione di fisiocratici viene assegnata ad un gruppo di pensatori prevalentemente francesi (Abeille, Baudeau, Du Pont de Nemours, Mirabeau, Le Trosne, ecc.) che partendo da una grande attenzione ai processi di sviluppo economico disegnano un quadro politico incentrato su alcuni cardini comuni ad ogni organizzazione (proprietà, libertà, sicurezza) sulle funzioni del governo (dispotismo legale) e delle classi (criterio di produttività) (Maffey, 1990).

⁴ La rilevanza pubblica degli interessi economici difesi dal nuovo ceto borghese è talmente rilevante nell’ipotesi di Habermas che in più parti del suo libro egli sottolinea come l’opinione pubblica critica esiste soltanto se c’è anche una certa distanza tra interessi economici immediati e coinvolgimento nella discussione pubblica. I borghesi a cui egli pensa sono infatti coloro che possono dare il loro contributo al dibattito e alla gestione degli affari generali al di là di un tornaconto immediato. Sono i borghesi che hanno alle spalle delle ricchezze, delle proprietà che consentono loro un’esistenza indipendente, almeno nel breve periodo, dal risultato del loro impegno pubblico. Il modello ideale di riferimento è quello della polis greca in cui i cittadini potevano dedicare tempo e risorse alla gestione della propria comunità in quanto esisteva una parte rilevante della stessa comunità, gli schiavi, i prigionieri, che produceva ricchezza per loro. Come si vedrà più avanti, nel momento in cui scompare la separazione tra impegno pubblico e tornaconto economico immediato scompare anche l’opinione pubblica critica.

⁵ Per Habermas, così come per altri autori (Altschull, 1995), il moderno giornalismo ha una duplice origine. Una è costituita dalle gazzette letterarie e dal giornalismo colto che si sviluppa nei salotti e nei circoli intellettuali (è prevalentemente l’origine italiana) ed un’altra è invece rappresentata dai fogli di informazione commerciale che circolano prevalentemente nei porti del Nord Europa e, sostiene Altschull, a Venezia.

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Un monito scelto dalla famiglia Laterza come esortazione alla tenacia e ad una costante crescita.

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