La coscienza e il potere
Un filo rosso percorre gli articoli che Pietro Scoppola ha pubblicato su "Repubblica" negli ultimi diciassette anni: il tema irrisolto del rapporto tra Chiesa e Stato e dunque tra esperienza religiosa e politica. Al centro di questa tangenza contraddittoria, Scoppola individua il partito dei cattolici italiani - prima la Democrazia cristiana, poi quanto le sopravvive - e ne fotografa storia e difficile evoluzione, da Tangentopoli al bipolarismo che ne ha messo in crisi la centralità. «Il venir meno di un solido rapporto con un forte partito di ispirazione cristiana avrebbe potuto spingere la Chiesa italiana a prendere le distanze dalle posizioni di parte, accentuando il suo ruolo di ispiratrice etica della coscienza pubblica. In realtà la via perseguita sembra essere stata diversa. Ma orientamenti e resistenze della Chiesa non si possono valutare se non dentro uno scenario ampio, nel quale molti fattori hanno rappresentato un freno all'evoluzione del sistema politico italiano.
Le contraddizioni che oggi caratterizzano la nostra democrazia vanno ricercate nel corso della storia della Repubblica e in particolare nel passaggio decisivo degli anni Settanta. È in quegli anni, fra l'altro, che il rapporto tra politica e violenza assume forme nuove e drammatiche, culminate nel rapimento e nell'assassinio di Aldo Moro.
È mia convinzione che l'eredità del caso Moro abbia agito e agisca ancora non solo sul terreno del sistema politico ma più profondamente sul piano morale, a livello dell'identità stessa del Paese.»