Indice Estratto

Edizione: 2011
Pagine: 336
Collana: Quadrante Laterza [171]
ISBN carta: 9788842096658
ISBN digitale: 9788858115336
Argomenti: Storia contemporanea, Storia d'Italia

Il Quirinale

Storia politica e istituzionale da De Nicola a Napolitano

Giuseppe Mammarella - Paolo Cacace

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Fino a che punto gli inquilini del Quirinale hanno influenzato la storia politica dell’Italia repubblicana e hanno contribuito a determinarne gli sviluppi?

Giuseppe Mammarella e Paolo Cacace ricostruiscono l’intreccio fra le undici personalità che hanno ricoperto la massima carica dello Stato, le loro attività e le vicende politiche del paese.

Attraverso documenti d’archivio spesso inediti, memoriali e testimonianze dei protagonisti, si ripercorrono tutte le tappe salienti delle varie presidenze: dalle ‘prediche inutili’ di Einaudi agli anni di Gronchi; dal ‘mandato breve’ di Segni e dai retroscena del ‘piano Solo’ alle clamorose dimissioni di Leone; dalle esternazioni irrituali di Pertini ai misteri di Cossiga; dalle aspre polemiche degli anni di Scalfaro fino al complesso settennato di Napolitano ancora in corso.

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Edizione: 2011
Pagine: 336
Collana: Quadrante Laterza
ISBN: 9788842096658

Gli autori

Giuseppe Mammarella

Giuseppe Mammarella ha insegnato Storia contemporanea e Relazioni internazionali nell’Università di Firenze e nella Stanford University di Palo Alto, California, di cui è professore emerito. È autore di numerose opere tradotte in varie lingue, tra le quali, per i nostri tipi, L'America da Roosvelt a Reagan. Storia degli Stati Uniti dal 1939 a oggi (1986²), L'America di Reagan (1988), Storia degli Stati Uiti dal 1945 a oggi (1993²), Liberal e conservatori. L'America da Nixon a Bush (2004), Destini incrociati Europa e Stati Uniti. 1900-2003 (n.e., 2006) e, con Paolo Cacace, Le sfide dell'Europa. Attualità e prospettive dell'integrazione (1999) e Storia e politica dell'Unione europea (n.e., 2009⁴).

Scopri l'autore

Paolo Cacace

Paolo Cacace è saggista e studioso di problemi politici. Giornalista professionista dal 1971, è stato capo dei servizi esteri prima del "Giornale d'Italia", poi del "Tempo" e quindi del "Messaggero". Attualmente è quirinalista ed editorialista del “Messaggero” per la politica estera. Storico, è autore tra l’altro di: Venti anni di politica estera italiana 1943-1963 (Roma 1986², edito in una collana diretta da Renzo De Felice); L’atomica europea (Roma 2004, con prefazione di Sergio Romano) e Quando Mussolini rischiò di morire (Roma 2007).

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Rassegna stampa

su Il Sole 24 ore (19-06-2011) Allegato

Il Quirinale
Presidenti sempre più "garanti"
Leggi recensione in pdf
di Stefano Folli
su Gazzetta di Parma (28-09-2011) Allegato

Il Quirinale
Tutti gli uomini del Colle
Leggi recensione in pdf
di Sergio Caroli

1 Appunto a mano (un foglio di quattro facciate) di De Nicola, in Archivio privato De Nicola, Archivio Storico della Presidenza della Repubblica (d’ora in poi ASPR), busta 11, fasc. 40.

2 Cfr. B. Croce, Quando l’Italia era tagliata in due, Bari 1948, pp. 80-83.

3 Tuttavia Bonomi, nel novembre del 1944, rimette il proprio mandato anziché nelle mani del Cln in quelle del luogotenente, riconoscendo a quest’ultimo un ruolo istituzionale prevalente.

4 Per un approfondimento sulle proposte della Commissione Forti cfr. G. Amato, F. Bruno, La forma di governo italiana. Dalle idee dei partiti all’Assemblea costituente, in «Quaderni costituzionali», I, 1, 1981, pp. 33-85.

5 Sullo scontro tra De Gasperi e Lucifero, conclusosi con la frase del premier «Bene, vorrà dire che uno di noi due domani finirà a Regina Coeli!», cfr. G. Andreotti, De Gasperi visto da vicino, Milano 1986, pp. 85-92.

6 Cfr. A. Gambino, Storia del dopoguerra. Dalla liberazione al potere Dc, Roma-Bari 1978, vol. I, p. 242.

7 Si tratta del famoso processo Summonte, che si svolge a Napoli nel 1902. Per la ricostruzione degli anni giovanili di De Nicola nonché sul «silenzio del Ventennio» cfr. A. Jelardi, Enrico De Nicola. Il Presidente galantuomo, Napoli 2009, pp. 9-58.

8 L’archivio privato di De Nicola è una vera miniera di citazioni, di massime e di statistiche, testimonianza di una erudizione vasta e minuziosa. Si compone di 30 buste con oltre 80 fascicoli contenenti, tra l’altro, schede di carattere giudiziario, appunti per interviste e discorsi, foglietti e minute su diversi argomenti politico-costituzionali, corrispondenza varia. È solo una minima parte della documentazione originaria.

9 Appunto a mano di un’intervista di De Nicola sui suoi rapporti con Giolitti al giornalista Giovanni Ansaldo che uscirà postuma (e ampiamente rimaneggiata) sul «Mattino» del 2 ottobre 1959 (De Nicola si era spento il giorno prima a Torre del Greco, a 82 anni). Archivio privato De Nicola, ASPR, busta 11, fasc. 35.

10 L’episodio in G. Artieri, Napoli, punto e basta? La delicatezza di De Nicola, Milano 1980, pp. 144-153.

11 Nominato senatore a vita l’11 maggio 1948, De Nicola si adopererà per la riforma del Senato e ne sarà eletto presidente il 28 aprile 1951, ma l’anno successivo si dimetterà, in polemica con le forze politiche della maggioranza. Il 23 gennaio 1956 sarà proclamato all’unanimità presidente della Corte costituzionale, ma il 12 marzo 1957 si dimetterà anche da quella carica.

12 Le votazioni all’Assemblea del 28 giugno 1946 danno il seguente risultato: su 504 votanti De Nicola riceve 396 voti, Cipriano Facchinetti (Pri) 40, Ottavia Penna Buscemi (UQ) 32, Vittorio Emanuele Orlando 12, Carlo Sforza 2, Alcide De Gasperi 1, Alfredo Proja 1; schede bianche 14, nulle 6.

13 Minuta di una lettera di De Nicola a Maria Romana De Gasperi in occasione della pubblicazione di un libro sulla figura del padre nel dicembre 1957, quando ricorre anche il decimo anniversario della Costituzione. Archivio privato De Nicola, ASPR, busta 11, fasc. 37.

14 Lettera di De Gasperi ad Alberto Tarchiani, in De Gasperi scrive, a cura di M.R. De Gasperi, Brescia 1974, vol. II, p. 131.

15 In un messaggio top urgent al segretario di Stato Marshall, l’ambasciatore Usa a Londra, Lewis W. Douglas, sostiene che «De Gasperi ha informato Bevin che vi sono alcune difficoltà a causa delle minacciate dimissioni del presidente De Nicola in Italia, ma Bevin ha raccomandato misure straordinarie per ottenere la ratifica del trattato di pace». Cfr. Foreign Relations of the United States, 1947, vol. III, The British Commonwealth; Europe, Washington 1972, pp. 294-295.

16 Sullo scontro tra De Nicola e De Gasperi in occasione della ratifica del trattato di pace cfr. D. Bartoli, Da Vittorio Emanuele a Gronchi, Milano 1961, pp. 60 sgg.; G. Di Capua, Le chiavi del Quirinale, Milano 1971, p. 75; G. Artieri, Quarant’anni di Repubblica, Milano 1987, pp. 80-82; P. Craveri, La vocazione «arbitrale» di Enrico De Nicola, in Id., La democrazia incompiuta. Figure del ’900 italiano, Venezia 2002, p. 112.

17 «Corriere della Sera», 20 giugno 1947. Cfr. anche G. Andreotti, Visti da vicino, Milano 1982, p. 9.

18 Appunto di De Nicola, in Archivio privato De Nicola, ASPR, busta 11, fasc. 30/b.

19 Sui poteri del capo dello Stato cfr. tra i tanti: M. Fiorillo, Il Capo dello Stato, Roma-Bari 2002; M. Tebaldi, Il Presidente della Repubblica, Bologna 2005; M. Luciani, M. Volpi (a cura di), Il Presidente della Repubblica, Bologna 1997; S. Labriola, Il Presidente della Repubblica, Padova 1992; La figura e il ruolo del Presidente della Repubblica, a cura di G. Silvestri, Milano 1985; A.M. De Cesaris, La figura del Presidente della Repubblica, Perugia 2003; C. Fusaro, Il Presidente della Repubblica, Bologna 2003.

20 La struttura organizzativa della Presidenza provvisoria era ridotta al minimo. Oltre al capo di gabinetto, Umberto Collamarini, e al segretario particolare, Francesco Cosentino, De Nicola si avvalse come capo della Casa civile del senatore Igino Coffari, destinato a diventare il primo segretario generale.

21 Appunto di De Nicola, in Archivio privato De Nicola, ASPR, busta 11, fasc. 30/b.

22 In un rapporto confidenziale della direzione generale di Ps del 12 aprile 1848 si afferma, tra l’altro, che «è stato possibile avere notizie sul ‘Piano Confederale’ della C.G.I.L. Che fa parte di un ‘piano generale’ molto più diabolico [sic!] con il quale il Pci intende sovvertire il Paese». Archivio del Capo provvisorio dello Stato, ASPR, busta 4, fasc. 4.

23 G. Benincasa, L’importanza di chiamarsi Enrico, Napoli 2003, pp. 124 sgg.

24 G. Dossetti, Il 18 aprile e l’11 maggio, in «Cronache sociali», 15 maggio 1948.

25 Sul personaggio De Nicola cfr. anche A. Baldassarre, C. Mezzanotte, Gli uomini del Quirinale. Da De Nicola a Pertini, Roma-Bari 1985; R. Caniglia, I due anni del Presidente De Nicola, Roma 1959; P. Craveri, De Nicola, Enrico, voce del Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, Milano 1990; F. Damato, Il Colle più alto. Fatti e misfatti dei presidenti della Repubblica, Milano 1982; E. D’Auria, Enrico De Nicola, in Il Parlamento italiano 1861-1988, vol. XIII, Milano 1989; G. Leone, Attualità di Enrico De Nicola, Napoli 1996; M. Mureddu, Il Quirinale dei Presidenti, Milano 1982; G. Spadolini, introduzione al volume Enrico De Nicola. Discorsi parlamentari, Roma 1991; N. Valentino, Enrico De Nicola, Roma 1989.

26 Dall’intervento di Giorgio Napolitano a Napoli, il 5 gennaio 2010, in occasione della cerimonia per il 50° anniversario della scomparsa di De Nicola.

27 Si veda la più vasta rassegna di opere sulla guerra fredda in Gli Stati Uniti e le origini della guerra fredda, a cura di E. Aga Rossi, Bologna 1984.

28 V. Zamagni, nel suo Economic History of Italy. 1860-1990, New York 1993, p. 322, stima all’8% la perdita di capitalizzazione dell’industria italiana tra il 1938 e il 1947.

29Corrispondenza di L. Einaudi con A. De Gasperi 1946-1953, Archivio storico della Fondazione Luigi Einaudi, Torino. Nella lettera autografa il «tu» usato originariamente da De Gasperi è visibilmente corretto in «lei», ma ben presto i due uomini politici passano al «tu» e tra di essi si stabilisce una reciproca stima e una pur misurata (come era nel carattere del piemontese) cordialità.

30 Lettera di L. Einaudi ad A. De Gasperi del 29 aprile 1948, in Corrispondenza di L. Einaudi con A. De Gasperi 1946-1953 cit.

31 E. Flaiano, La solitudine del satiro, Milano 1973, p. 128.

32 Lettera di L. Einaudi del 10 aprile 1948, in Corrispondenza di L. Einaudi con A. De Gasperi 1946-1953 cit.

33 L. Einaudi, Considerazioni finali della relazione per il 1946 alla Banca d’Italia, Roma 1947, p. 244.

34 L. Einaudi, Lo scrittoio del Presidente. 1948-1955, Torino 1956, pp. 3-5.

35 Significative del profondo rispetto di Einaudi nei confronti dei due rami del Parlamento furono le visite ufficiali compiute nel dicembre 1950 sia al Senato che alla Camera per fare gli auguri, visite che non avevano precedenti nella storia parlamentare, come sottolinea Ivanoe Bonomi, presidente del Senato, che lo ricevette insieme ai membri del Consiglio di presidenza e ai presidenti dei gruppi parlamentari.

36 L’originale del telegramma di rifiuto di Toscanini in ASPR, Archivio costituzionale, Einaudi, senatori a vita, busta 38.

37 La legge in questione prevedeva che venissero incaricati di non ben precisate «funzioni giudiziarie» i laureati in Giurisprudenza che avessero svolto attività di vicepretori onorari. Era un modo per aprire loro le porte della carriera giudiziaria evitando il relativo concorso, come richiesto dall’articolo 106 della Costituzione. Nonostante che il messaggio presidenziale autorizzasse più di un dubbio sulla costituzionalità della misura, essa veniva rivotata in Parlamento e il capo dello Stato fu costretto a promulgarla.

38 Delle attività di Einaudi in campo pubblicistico durante il settennato, insieme al citato Lo scrittoio del Presidente e a Prediche inutili, Torino 1974, fanno fede anche gli interventi su riviste e giornali con pseudonimi. Quello in questione, Paradossi ma non troppo, è svolto sotto il nome di Manlio Mangani. Cit. in G. Limiti, Il Presidente professore. Luigi Einaudi al Quirinale, Milano 2001, p. 105.

39 Il presidente curò la biblioteca del Quirinale proponendo l’acquisto delle novità editoriali, in particolare opere di economia, e disegnò personalmente alcune scaffalature. Con quasi 2000 stanze, 3000 finestre, 261 arazzi, 205 orologi, su un’area di 70.000 metri quadrati, il Quirinale è una delle regge più sontuose d’Europa. Ha bisogno di numerosi restauri, ma Einaudi non viene meno alla sua proverbiale parsimonia.

Il Quirinale