L'umiltà del male
Il fascino del libro viene dal tema e dalla scrittura di Cassano che, pur affermando con forza il proprio punto di vista, mantiene aperta la soluzione responsabilizzando il lettore sui dilemmi tra l'essere e il dover essere, l'esistente e il futuribile, gli istinti individuali e la briglia che a essi pongono le istituzioni. Dall'iniziale polarità tra il bene e il male ne scaturiscono dunque molte altre che sono state il tessuto della modernità.
Eugenio Scalfari, “la Repubblica”
I progressisti puntano le loro carte sulla necessità dell'emancipazione dell'uomo, i conservatori hanno sempre insistito sul fatto che l'uomo è debole, che matura tardi e che non esce mai definitivamente dall'infanzia. Tra i meriti del libro di Cassano c'è il riconoscere quanto questo principio abbia trovato attuazione nel mondo del populismo mediatico, e nell'invitare il pensiero progressista a fare i conti con questa circostanza.
Maurizio Ferraris, "la Repubblica"
Il bersaglio polemico di Cassano è l'orgoglio aristocratico di certi uomini retti che non vogliono sporcarsi le mani.
Alessandro Piperno, "Corriere della Sera"
Nella partita contro il bene, il male parte sempre in vantaggio grazie all'antica confidenza con la fragilità dell'uomo. Chi vuole annullare quel vantaggio deve riconoscersi in quella debolezza, invece di presidiare cattedre morali sempre più inascoltate.
Senza un'élite competente e coraggiosa la politica muore. Ma questa spinta morale deve sapersi confrontare con la maggioranza degli uomini, misurarsi con la loro imperfezione, deve diventare politica. Come dimostra la figura del Grande Inquisitore, il male è un lucido conoscitore degli uomini e fonda il suo regno sulla capacità di coltivarne le debolezze. E sa adattarsi ai tempi, perché ha imparato a cambiare spalla alle sue armi: una volta esaltava la sottomissione, oggi offre con successo e su tutti i canali dosi crescenti di volgarità ed esibizionismo. Se vogliono far crollare questo potere, i migliori devono smettere di specchiarsi nella loro perfezione. Da sempre i Grandi Inquisitori usano questo sentimento di superiorità per isolarli da tutti gli altri, per ridicolizzarne l'esempio e renderli innocui. Chi spera negli uomini deve inoltrarsi nella zona grigia dove abita la grande maggioranza di essi, e combattere lì, in questo territorio incerto, le strategie del male.
Vincitore del premio Capalbio 2011
Rassegna stampa
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L'umiltà del male
"Attenti alle lusinghe dei grandi inquisitori"
di Antonio Di Giacomo
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L'umiltà del male
Gli aristocratici del bene fanno il gioco del male
di Massimiliano Panarari
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L'umiltà del male
Chi vuole il bene impari dall'umiltà del male
di Oscar Iarussi
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L'umiltà del male
La morale di Cassano tra Gesù e l'Inquisitore
di Mariano Guzzini
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L'umiltà del male
La morale posticcia di un sultano che incanta gli umani
di Roberto Ciccarelli
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L'umiltà del male
"Anche io ho criticato il corporativismo. Ma il premier ragiona da imprenditore"
di Dino Messina
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L'umiltà del male
"L'umiltà del male" e le due opposte visioni del mondo
di Sabina di Chio