1872. I funerali di Mazzini
Rivoluzionario di professione, Giuseppe Mazzini muore a Pisa da clandestino, il 10 marzo 1872. Appena sette giorni dopo, Genova ospita i suoi grandiosi funerali. Un’impressionante manifestazione di popolo, decine di migliaia di persone accalcate lungo il percorso del feretro dalla stazione ferroviaria alla collina del cimitero, da piazza dell’Acquaverde a Staglieno. Quei funerali di massa significano tante cose: la resistenza dell’ideale repubblicano nell’Italia dei Savoia trionfanti; la vitalità della Genova operaia e democratica, pur nella crisi del movimento mazziniano; l’avvento di una moderna politica dell’immagine, o forse già dello spettacolo. In effetti, i funerali di Mazzini sono straordinari anche perché il cadavere è stato sottoposto a un trattamento particolare di imbalsamazione, la pietrificazione. I mazziniani volevano trasformare i resti del leader in «un monumento di continua rivelazione»: un corpo-statua, da venerare religiosamente. Così, ritrovando la Genova del 17 marzo 1872 ci si scopre ben dentro una storia italiana (molto italiana) di leader carismatici, santi laici, meravigliosi crismi e ineffabili carismi.