Narciso infranto
Da Van Gogh a Picasso, da David a Boccioni, da Ingres a Bacon, da Turner a Kahlo, da de Chirico a Clemente: l’artista, nell’autoritratto, è solo di fronte a se stesso. Una maniera inedita e suggestiva per ripercorrere la storia dell’arte contemporanea.
Nell’autoritratto, l’occhio del pittore non si ferma su chi ha di fronte ma indugia su se stesso. L’opera si fa luogo dove l’io si esibisce, per farsi irriconoscibile. Si mette in scena un trasformismo che cela inquietudini e ansie della fine. Dietro queste ‘riscritture’ si nasconde una lunga storia, che è stata ricostruita nel bel libro di Alberto Boatto. Vincenzo Trione, “Io Donna”
La storia del rispecchiamento è nella modernità, e sino ai nostri giorni, storia di una disintegrazione, di una rimozione e di un irreversibile allontanamento. La questione dell’autoritratto è inseparabile da quella dell’identità dell’uomo moderno, dalla sua domanda sul significato della vita, sul destino e sulla morte. Stefano Chiodi, “Alias”