La teologia narrativa di papa Francesco
Peccato e misericordia, due fondamenti della dottrina cristiana, sono tenuti insieme e riproposti in una narrativa religiosa che ora affascina ora sconcerta credenti e non credenti.
L’idea diffusa che papa Francesco sia ‘forte’ nella pastorale ma ‘debole’ nella dottrina è un equivoco. La grande espressività del pontefice vive infatti di una originale ‘teologia narrativa’, che è a un tempo tradizionale e innovativa, legata al quotidiano e rivolta a tutti, credenti e non. Nelle sue parole ricorrono appelli di solidarietà sociale per i più deboli, i temi della gioia, dell’amore e della misericordia; ma emergono anche concetti e passaggi problematici come l’‘incondizionata misericordia’ di Dio che lascia indeterminati alcuni motivi religiosi tradizionalmente fondamentali quali il castigo, la punizione e l’espiazione del peccato. Bergoglio mette così in atto una faticosa ridefinizione del concetto stesso di peccato: «siamo tutti peccatori» ma perdonati. Dietro al nuovo sforzo ermeneutico e semantico del pontefice si intravede un abbozzo di nuova e potente teologia. Dove porterà questa ‘rivoluzione’? Quali sono i contraccolpi teologici e dottrinali? Gian Enrico Rusconi esplora le conseguenze della teologia narrativa di Francesco sulla Chiesa, sui laici e sulla società in generale.
Rassegna stampa
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La teologia narrativa di papa Francesco
Int. a G. Rusconi: Bergoglio, quel che resta della dottrina
di C. Martinetti