Vento forte tra Lacedonia e Candela
Almeno un quarto dei paesi italiani è gravemente malato. È una malattia nuovissima. Di cosa si tratta? Di desolazione. Per secoli o forse millenni i paesi sono stati poveri ma, anche se modesta, la vita che si svolgeva un tempo era 'piena'. Ogni persona stava nel suo paese come un pesce dentro al lago. Adesso pare che tutti stiano in un secchio rotto. Si vive con poca acqua e con la sensazione che nessuno sappia come conservare la poca che rimane. Chi visita i paesi d'estate o la domenica ne cattura un'impressione del tutto illusoria: il piacere del silenzio, del buon cibo, aria buona. Tutto questo è solo una facciata, una realtà apparente che nasconde un'inerzia acida, un tempo vissuto senza letizia. D'altra parte, «uno arriva e ferma la macchina in piazza. Guarda qualcuno vicino al bar o sulle panchine. Guarda una vecchia che va a fare la spesa, un cane disteso al sole, guarda porte chiuse, guarda la propria macchina e capisce che lo strumento per la fuga è a portata di mano. Basta una mezz'oretta di curve e si torna al mondo gremito, il mondo che si muove.» Se i 'sani' scappano lontano, nel paese restano i malati. Può essere depressione, può essere disagio, può essere la smania velleitaria di chi sente di partire dal nulla e di non poter arrivare da nessuna parte. Il risultato è lo stesso: individui prostrati dalla desolazione del luogo in cui abitano, che non possono fingere. La malattia sembra trasmettersi per contatto con l'aria: Franco Arminio dà un nome al morbo, ne descrive i sintomi, ne scova le cause, ne racconta i malati.
Vincitore del premio "Napoli 2009"
Rassegna stampa
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Vento forte tra Lacedonia e Candela
Da Lacedonia alla Sicilia: viaggiare per scrivere
di A. Calabrò