Senza salutare nessuno
«Scoprii che esiste un’altra parola per definire una foiba, dolina, e provai a usarla per sostituire quel brutto termine nella mia testa – dolina portava con sé tutta una languida atmosfera ungarettiana, mi faceva sentire una docile fibra dell’universo. Ma non ce l’ho fatta: il termine dolina non ha attecchito. Non si può mettere in mezzo la poesia per attenuare il suono dei cadaveri che scricchiolano sotto le scarpe.»
L’Istria è un luogo meraviglioso per passarci le vacanze. Piccoli paesi tranquilli, case da affittare, spesso con una piscina appena costruita. E il mare vicino, sempre visibile anche dai colli. Ma Silvia a Santa Domenica di Albona non è andata per la spiaggia a due passi o per la rakija che tutti ti offrono. Ci è andata per scoprire la verità su un segreto che ha sempre gravato sulla sua famiglia: perché il bisnonno Romeo Martini, nato Martincich, è finito nella foiba di Vines? Perché la nonna, i suoi fratelli e sua madre se ne sono andati una mattina di novembre del 1943? Comincia così un’indagine durata due anni, tra archivi perlopiù andati distrutti, lettere strappate, vecchie fotografie, mail spedite a tutti gli angoli del mondo che raramente hanno avuto risposta. Il risultato è questo libro, coraggioso e al tempo stesso ironico e lieve, che, mentre prova a riportare alla luce le vicende e il destino di una famiglia, affronta il tema delle conseguenze, per generazioni, della violenza subita e delle sofferenze, delle amnesie e dei silenzi necessari per continuare a vivere.