L'impero di Augusto
Un giovane di 19 anni irrompe sulla scena politica romana alla vigilia di una tremenda guerra civile e ne diventa il protagonista. In pochi anni tutti i suoi rivali sono uccisi, sconfitti, messi a tacere. Gli altri invocheranno la sua clemenza. Si chiama Gaio Ottavio questo giovane figlio adottivo di Giulio Cesare, che presto farà suo lo splendido soprannome di Augusto. Nessuno, quando nel 27 il senato gli conferisce quel nome, osa porre una domanda molto semplice: quando e perché la repubblica è passata sotto la sua potestà. In effetti la storia di Augusto racconta di uno dei più grandi successi politici di tutti i tempi: raccogliere quello che resta della repubblica romana ormai moribonda e creare un nuovo regime di tipo monarchico. Bisogna avere un'intelligenza eccezionale e un talento politico fuori del comune per raggiungere l'obiettivo, e saper scegliere accuratamente i tempi e i modi per superare le diffidenze dei romani che odiano la monarchia e temono le cose nuove. Con sublime ambiguità e un consenso né facile né scontato, Augusto attua una rivoluzione dando l'impressione di essere il restauratore delle istituzioni tradizionali, degli antichi culti, della morale degli antenati. Morirà dopo quarant'anni di regno, lasciando ai romani un nuovo regime e ai successori il difficile confronto con il mito della sua persona.