La Sibilla
Il libro di Silvia Ballestra non solo conferma che le biografie hanno una loro dignità letteraria, verità all’estero già condivisa, ma ci dona qualcosa di più. Riesce a fare venir fuori la potenza narrativa di un’esistenza rappresentativa di un’intera generazione capace di immaginare mondi nuovi oltre le macerie della storia.
Pasquale Vitagliano, “il manifesto”
Biografia documentatissima e appassionata.Il racconto avvincente di una vita, anzi di due vite insieme (con Emilio Lussu) che sembrano dieci, la storia di una donna che pensa, scrive, agisce, lotta.
Emanuele Coen, “L’Espresso”
Una cosa che può fare la letteratura è di traghettarci in un viaggio sentimentale attraverso luoghi dell’anima che dipanino paesaggi umani. Èun po’ questa la sensazione che ho provato leggendo questo libro. Romanzo, memoir, taccuino di viaggio, diario intimo.
Marcello Fois, “Tuttolibri”
Una vita leggendaria, avventurosa, poetica e politica, quella di Joyce Lussu. Una donna di pensiero e d’azione che ha attraversato il Novecento tra missioni segrete e scrittura.
Silvia Ballestra, una delle più importanti scrittrici italiane, ha frequentato Joyce a lungo, ha seguito da vicino alcune sue vicende, ha studiato la sua opera. E qui la racconta.
Un libro che ha ricevuto tantissimi premi – tra i quali il Napoli, il Brancati, il Comisso e il Pozzale – e che è stato finalista al Premio Strega, al Campiello e al Fiuggi Storia come migliore biografia.
Lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. Viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell’Europa occupata dai nazifascismi: Parigi, Lisbona, Londra, Marsiglia, Roma, il Sud dell’Italia dove sono arrivati gli Alleati.
Documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. Joyce, insieme al marito Emilio Lussu e ai compagni di Giustizia e Libertà, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, è in prima linea nella Resistenza. Poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. Azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell’Africa e del Curdistan. Nazim Hikmet, Agostinho Neto, i guerriglieri di Amílcar Cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che Joyce ‘scopre’ e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie.
Rievocando le scelte, gli incontri, le occasioni, ripercorriamo l’esistenza di questa donna straordinaria (laica, cosmopolita, ‘anglo-marchigiana’) e il suo essere, da sempre, riferimento per molte donne e molti giovani.