Il Dio del Medioevo
«Nel corso del nostro studio è emerso con sempre maggiore chiarezza un fatto che avrebbe certamente scandalizzato la Chiesa e i cristiani dei trascorsi secoli e che indubbiamente non mancherà di stupirne ancora qualcuno ai nostri giorni: le immagini di Dio cambiano.»
Esiste un Dio dei chierici e uno dei laici, un Dio dei potenti e uno degli umili, un Dio dei poveri e uno dei ricchi. Jacques Le Goff affronta l’argomento in grado di schiudere la piena comprensione del Medioevo. La sua indagine scava tra i testi, le immagini, i rituali dei cristiani medievali e approda a una tesi sorprendente: se ufficialmente Dio era unico, nei fatti le cose stavano altrimenti.
Se venissimo interrogati sull’immagine che di Dio si fanno i nostri contemporanei, probabilmente ce la caveremmo con qualche generico luogo comune, oppure diremmo che la tematica è troppo complessa per essere liquidata in poche parole. Se poi l’interlocutore passasse a chiederci una panoramica dei punti di vista su Dio che hanno avuto gli europei negli ultimi cinquecento anni, finiremmo per sorridere, adducendo l’impossibilità di raccogliere anche solo in un libro un tale ventaglio di prospettive. Eppure ci sono studiosi dotati di una tale capacità di sintesi e una tale chiarezza di divulgazione da riuscire a tratteggiare con serietà ed esaurientemente quale fosse il volto di Dio nei paesi del Sacro Romano Impero su un arco di tempo di quasi mille anni. Uno di questi rari personaggi è Jacques Le Goff.
Enzo Bianchi, “Tuttolibri”