Scritti di statistica e di pubblica amministrazione
La intensa (se non lunga) stagione intellettuale di Vincenzo Cuoco si sviluppò tutta negli anni di quella stagione napoleonica che da Marengo sino a Waterloo molto informò l'incontro della penisola italiana con la modernità politica e nei cui confronti il molisano, dapprima giornalista a Milano e quindi anche con importanti incarichi di governo a Napoli, mai mancò di dimostrare una convinta adesione. Tutto questo appare evidente dai suoi scritti di statistica e di pubblica amministrazione, che pur vedendo la luce in contesti politici e personali affatto diversi, son sempre riflesso di un progetto culturale unitario: se della stagione milanese son gli interventi più impegnativi anche sotto il profilo teorico, quelli degli anni napoletani - volti in modo particolare a ricercare la soluzione dei differenti problemi incontrati nel corso dell'azione di governo - conservano la prospettiva di concorrere al rinnovamento politico-amministrativo della penisola sull'esempio delle novità istituzionali di Francia. Nell'insieme, questi scritti concorrono pertanto a compiutamente delineare il profilo politico di Cuoco, esemplare di una generazione intera, il cui impegno intellettuale e di governo sempre fu volto a coniugare l'eversione dell'antico regime con la riaffermazione di una specifica identità italiana.