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Editori Laterza

Aggiornamento
giugno 2008

Introduzione

1. Le ricerche bibliografiche

2. Information retrieval:
strumenti e strategie

3. Opac e biblioteca virtuale

4. Biblioteche e Opac
nel mondo

5. Biblioteche e Opac
in Italia

6. Biblioteche
e Opac europei

7. Le biblioteche
e gli Opac statunitensi

8. Opac specializzati,
archivi e musei

9. Oltre i cataloghi: i testi

10. Banche dati: archivi
e host computer in Internet

11. Metarisorse generali
e informazioni per bibliotecari

Principali acronimi utilizzati

Bibliografia

Parte prima – Concetti e strumenti

2. Information retrieval: strumenti e strategie

[Introduzione]
Url, gli Uniform resource locator
Telnet, l'emulazione di terminale
L'architettura client/server
Www e ipertestualità
Dai Wais ai gateway Z39.50
Diacritici e caratteri accentati
Information retrieval, strategie di ricerca e operatori logici
Il raffinamento delle ricerche
Visualizzazione, ordinamento, scarico e stampa dei risultati
L'evoluzione delle interfacce tra caratteri e grafica
Altre interfacce: Wap e ambienti in 3D


 

Opac e banche dati bibliografiche, on line o su Cd-Rom, permettono spesso di selezionare il formato con il quale si vogliono visualizzare i dati recuperati, seguendo uno degli standard preimpostati oppure creando un formato personale. Con la creazione di un proprio formato è possibile specificare quanti campi della descrizione e delle intestazioni far apparire e in quale ordine.

Nei vecchi Opac a caratteri accessibili via Telnet, è spesso proposto per default un formato che imita l'aspetto della tradizionale scheda cartacea, completa di punteggiatura Isbd; forse un po' criptica per gli utenti, questa modalità di visualizzazione è in realtà molto comoda e soprattutto compatta. Negli Opac grafici si è invece diffusa come formato principale una visualizzazione «a bandiera» con indicazione esplicita del tipo di informazione contenuto in ciascun campo, più comprensibile ma che occupa molto più spazio sullo schermo (e su carta in caso di stampa), come si può vedere nella Tabella 3.

Tabella 3. Un esempio di scheda elettronica «a bandiera».

Collocazione:

025.431 GRI

Autore principale:

Grignani, Elisa

Autore secondario:

Zanobi, Annarita

Titolo proprio:

Classificare con la CCD

Complemento del titolo:

Guida all'uso della 19. edizione Dewey

Responsabilità:

Elisa Grignani, Annarita Zanobi

Luogo:

Milano

Editore:

Bibliografica

Data:

copyr. 1984

Descrizione fisica:

309 p.; 21 cm

Collezione:

Bibliografia e biblioteconomia; 14

ISBN:

88-7075-086-8

Soggetto:

Classificazione decimale Dewey – Manuali

CCD:

025.431

Numero d'inventario:

333

Talvolta è anche possibile stabilire il criterio di ordinamento (ranking) con cui i risultati vengono elencati, scegliendo il campo in base al quale ordinare le schede, o addirittura definendo dei campi da usare per un ordinamento di secondo livello, ad esempio in base al titolo in un elenco per autori.

I motori di ricerca di Internet hanno reso popolare il sistema di ordinamento in base alla rilevanza, il relevance ranking, un tempo usato quasi soltanto per i client Wais. Con il relevance ranking un complesso algoritmo cerca di individuare i risultati maggiormente corrispondenti all'interrogazione effettuata, e li presenta in elenco prima degli altri. I fattori considerati per stabilire il coefficiente di rilevanza possono essere diversi: il numero di occorrenze dei termini introdotti (in assoluto e rispetto alle dimensioni del documento), la loro prossimità relativa nel testo, la loro presenza in campi ritenuti più significativi degli altri, o ancora l'esclusione automatica dei termini troppo ricorrenti e quindi considerati irrilevanti.

In qualche caso, dopo aver eseguito una ricerca è possibile indicare quali documenti, fra quelli trovati, sono effettivamente pertinenti rispetto all'informazione cercata, oppure si possono selezionare alcuni termini contenuti nei documenti trovati; fatto questo, utilizzando degli altri algoritmi di ranking, detti di relevance feedback, il programma ripete la ricerca tenendo conto delle nuove indicazioni ricevute, riuscendo in molti casi ad ottenere dei risultati più precisi.

Molti Opac e banche dati bibliografiche permettono, una volta ottenuto il risultato di una ricerca, di stamparlo in maniera rapida e «pulita», cioè non costringendo l'utente ad eseguire la cattura o la stampa di ogni singola schermata. In altri casi è possibile salvare i risultati in locale in formato elettronico (download) per consentirne ulteriori elaborazioni e modifiche (repackage).

Per gestire con facilità gli scarichi bibliografici elettronici sono stati creati degli appositi programmi chiamati bibliography formatting software (Bfs) o bibliographic management software (Bms). Fra i più noti, si segnalano qui Procite, Endnote, Reference manager e Papyrus, sui quali si può trovare una vasta documentazione comparativa curata da Francesco Dell’Orso in Esb forum <http://www.burioni.it/forum/ors-bfs/index.html>. Tali pacchetti importano i riferimenti bibliografici, li organizzano in un archivio in locale e ne facilitano l’inserimento automatico in testi e bibliografie.

A volte è anche possibile inviare lo scarico dei risultati a un indirizzo di posta elettronica; questa funzione può essere utile non solo per far arrivare facilmente e velocemente a destinazione le ricerche effettuate per conto terzi, ma anche per aggirare l'eventuale impossibilità di scaricare i file in locale, per varie cause (la fretta, il computer non abilitato, la mancanza di floppy, e via dicendo); in questo modo si possono infatti «parcheggiare» i file con i risultati presso la propria casella postale elettronica per recuperarli successivamente, anche da un'altra postazione.

In caso di download di pagine Web è bene ricordarsi che esistono due principali possibilità per salvare il file in locale, disponibili con tutti i browser: salvare il file sorgente (source) completo di tutti i marcatori del linguaggio Html, oppure salvare una versione «solo testo» priva dei marcatori, ben visualizzabile con qualsiasi word processor ma priva di ogni formattazione. In genere è preferibile salvare il file sorgente ed utilizzare un browser per leggerlo in modo completo, con corsivi, neretti, tabelle e altri formati; dal sorgente è sempre possibile ottenere una versione «degradata», di solo testo. Per il download delle eventuali immagini contenute nella pagina si possono utilizzare (oltre al comando «salva intero archivio» presente in alcuni browser) appositi software (uno dei più noti è Webwhacker) che scaricano automaticamente intere pagine o addirittura interi siti, consentendo quindi di eseguire il cosiddetto offline browsing, cioè la navigazione in locale e a modem spento dei siti già scaricati sul proprio hard disk.