2. Information retrieval: 4. Biblioteche e Opac 5. Biblioteche e Opac 7. Le biblioteche 8. Opac specializzati, 10. Banche dati: archivi 11. Metarisorse generali |
Parte prima Concetti e strumenti 2. Information retrieval: strumenti e strategie [Introduzione]
Per completezza, si illustrano due altre possibili modalità di accesso alle informazioni in Rete, anche se la loro adozione nel caso delle ricerche bibliografiche pare ancora abbastanza remota. Le interfacce hanno subito in questi ultimi anni da un lato una sorta di regressione e di semplificazione, per adattarsi agli schermi dei cellulari e dei Pda (Personal digital assistant, i computer palmari), e all'estremo opposto, nella loro più abituale fruizione, da Pc, si sono evolute verso la tridimensionalità. Alla fine del 2004 i cellulari presenti in tutto il mondo hanno superato il numero delle linee fisse, di 1 miliardo e 850 milioni, e presto potrebbero diventare il mezzo più diffuso di accesso a Internet. Anche la diffusione dei Pda sta avendo una crescita notevole e probabilmente questi piccoli dispositivi, integrati con funzioni di telefonia wireless, in futuro ruberanno una fetta di mercato anche ai Pc. «Anywhere», ovunque, fa parte di molti slogan usati dai grandi produttori di It (Information technology). Il successo del wireless, quindi, porterà alla disponibilità ovunque di tutte le applicazioni già esistenti in Internet, dalla consultazione dell'orario dei treni al trading on line. Se non gli Opac, quindi, che ormai hanno abituato gli utenti a una navigazione ricca e veloce, almeno le informazioni sulle biblioteche e sui loro servizi potrebbero prima o poi essere disponibili su cellulare o Pda. Il Wap (Wireless application protocol), il protocollo corrispondente all'Http su cellulare, di cui è stata pubblicata a luglio del 2001 l'attesa release 2.0, finora non ha avuto molto successo. Un grave errore è stato presentarlo come vera navigazione in Internet; in realtà questo protocollo consente per ora di vedere solo alcuni siti, allestiti apposta in un formato molto semplice e finora solo testuale. Nelle prestazioni del Wap, qualcosa è migliorato con il Grps (General radio packet service, la generazione 2.5 del wireless) e molto con l'Umts (Universal mobile telecommunication system, il 3G), entrambi con trasmissione dei dati a pacchetto. Con questi sistemi è possibile anche la vera e propria navigazione in Internet, o sfruttando il cellulare come «modem», per esempio per un portatile o un Pda, o usando dei dispositivi a metà tra Pda e cellulare, definiti di solito smart phone. Nei prossimi anni, quindi, si vedrà anche la realizzazione di alcuni servizi bibliotecari o librari con interfacce Wap o comunque adatte a schermi più piccoli di quello di un Pc. Quanto alle soluzioni tridimensionali, si tratta di una promessa finora non mantenuta. Di mondi tridimensionali in Rete si parla infatti da parecchio tempo, tra le alterne fortune dei pochi che hanno prodotto sistemi per il 3D (in particolare tra il 1997 e il 1998) e la mancata affermazione di uno standard unico. Le aziende che oggi continuano a lavorare con gli ambienti a tre dimensioni sono poche e non molto conosciute, forse quasi nessuna a parte le «storiche» Activeworlds <http://www.activeworlds.com> e Blaxxun <http://www.blaxxun.com>. Quanto agli standard, il Virtual reality markup language (Vrml, da pronunciare «vermel») <http://www.web3d.org/x3d/vrml>, proposto da Mark Pesce nel 1994 e approvato come standard Iso nel 1997, non è mai stato adottato in modo universale, ma non è mai neppure stato sostituito da unarchitettura proprietaria e vincente. Tra i tanti esperimenti di servizi in 3D che non hanno avuto un futuro, si ricorda per esempio l'ufficio informazioni che era stato allestito dal servizio europeo Echo qualche anno fa, smantellato dopo non molto. Adesso, però, con la diffusione di Pc più potenti e delle connessioni a banda larga, probabilmente i tempi sono maturi, e stanno comparendo nuovi prodotti. A marzo del 2001 Adobe si era lanciata con decisione in questo mercato un po' assopito, con il varo di Atmosphere, una suite che permetteva ai progettisti Web di costruire senza troppa fatica dei mondi tridimensionali in cui i navigatori potevano muoversi e interagire, rappresentati da un avatar, loro rappresentazioni grafiche, e chiacchierare tramite un sistema di chat testuale. La navigazione avveniva tramite un plug in gratuito, un programma da installare sul browser, l'Atmosphere browser. Ai progettisti delle pagine in 3D, invece, occorreva un Atmosphere builder, a pagamento. Seguendo a ruota Adobe, a maggio del 2001 Macromedia <http://www.macromedia.com> ha rilasciato Macromedia director 8.5 shock-wave studio, con un sistema 3D realizzato grazie alla collaborazione di Intel <http://www.intel.com>. La tecnologia di Intel usata da Macromedia propone un nuovo tipo di soluzione nel 3D: per consentire una buona resa grafica anche su connessioni poco veloci, la ricostruzione degli ambienti è affidata al processore del Pc, che riceve soltanto delle immagini di base e le istruzioni che definiscono come deve essere il loro movimento. La dichiarata speranza di Intel è che laffermazione di sistemi di questo tipo favorisca la diffusione di macchine più potenti, con i Pentium 4. Allindirizzo <http://www.macromedia.com/> sono disponibili degli esempi di ambienti in 3D e il player, da usare con Internet explorer o con Netscape. In questo scenario di rilancio, Pesce e Parisi hanno varato nella primavera del 2002 il nuovo X3D <http://www.web3d.org>, che dovrebbe essere levoluzione del Vrml. Seguendo le attuali tendenze, questo strumento è stato studiato per applicazioni che siano utilizzabili non solo sui Pc ma anche sulle set top box, sulle console di gioco e su Pda e altri dispositivi wireless. Anche per questa nuova soluzione, come per quelle di Adobe e di Macromedia, finora non si vedono segnali di decollo. A dimostrazione di quanto il settore sia poco definito, per non dire incerto, alla fine del 2004 Adobe ha annunciato che non supporterà più Atmosphere. |