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Parte seconda Biblioteche e Opac 5. Biblioteche e Opac in Italia [Introduzione]
Escludendo le circa 12 mila biblioteche scolastiche e quelle parrocchiali, le biblioteche italiane pubblicamente accessibili di una qualche rilevanza sono circa 15 mila, descritte in una serie di volumi dedicati alle singole regioni che lIccu (Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche) ha pubblicato fra il 1993 e il 2004 col purtroppo fuorviante titolo Catalogo delle biblioteche dItalia, in collaborazione con le rispettive amministrazioni regionali e con lEditrice Bibliografica. Le biblioteche sono presentate ciascuna con una scheda informativa che racchiude i dati anagrafici aggiornati (denominazione ufficiale, ente di appartenenza, data di fondazione, nome e data delledificio storico che lo ospita), lindicazione della tipologia amministrativa e funzionale, la quantità del patrimonio librario, i cataloghi disponibili, i fondi speciali, le specializzazioni, i servizi allutenza, la partecipazione a sistemi di biblioteche e a cataloghi collettivi. I volumi sono inoltre corredati da cinque indici: per denominazione, per denominazione di fondo, per specializzazione (indicata sia in parole sia con il codice della Classificazione decimale Dewey), per codice di identificazione della biblioteca e per località geografica. I dati sono anche disponibili gratuitamente on line attraverso lAnagrafe delle biblioteche italiane <http://anagrafe.iccu.sbn.it>, interrogabile per regione, provincia e comune, oltre che per denominazione, tipologia, specializzazione ed ente di appartenenza delle biblioteche e in base ai documenti, ai cataloghi e ai servizi offerti agli utenti. LIccu sta lavorando da tempo allevoluzione della base dati per assicurarne laggiornamento on line da parte delle biblioteche stesse, il carico e lo scarico dei dati da e verso altri sistemi, lintegrazione sia con lOpac Sbn sia con il sistema di prestito interbibliotecario di Sbn, e laggiunta di un link dalle schede delle singole biblioteche ai relativi siti Web, se esistenti. Anche a causa della loro notevole frammentazione (si veda il capitolo 1), le biblioteche italiane, che pure possiedono nel loro complesso un patrimonio bibliografico di dimensioni e valore incalcolabili, non sempre riescono a renderlo facilmente fruibile agli utenti e solo raramente cooperano fra loro in modo organico per ottimizzare gestione e servizi. Per esempio, orari e condizioni di accesso e di prestito locale e a distanza variano notevolmente da biblioteca a biblioteca e nel corso del tempo, e occorre quindi verificarli volta per volta sui rispettivi Web, quando esistono, oppure telefonando. La frammentazione delle biblioteche si riflette fatalmente nei rispettivi Opac, affidati a software differenti e raramente confluenti in cataloghi collettivi, con leccezione di quello del Servizio bibliotecario nazionale (Sbn), che raccoglie oggi più di 2.200 biblioteche, del Catalogo italiano dei periodici (detto anche Archivio collettivo nazionale delle pubblicazioni periodiche, Acnp), che ne raccoglie più di 2.400, dei cataloghi collettivi delle biblioteche dei singoli atenei e di alcune iniziative locali. Proprio per contribuire alla riduzione degli effetti nocivi di tale frammentazione è nato nel 1999 il MetaOpac Azalai italiano (Mai), di cui si parlerà in un paragrafo dedicato.
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