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Parte seconda Biblioteche e Opac 8. Opac specializzati, archivi e musei [Introduzione]
La Rete per ora sembra essere il regno degli spot e dei videoclip brevissimi; i veri e propri film scarseggiano (a meno che non ci si voglia avventurare nel selvaggio e spesso illegale mondo del peer to peer, i software che vengono utilizzati per lo scambio diretto di file - anche coperti da copyright - con altri utenti), così come i cataloghi loro dedicati. Sul versante della messa on line di video digitali, i freni sono dovuti in gran parte alle elevate esigenze di banda per una trasmissione di buona qualità. Un modem a 56 Kbps (migliaia di bit al secondo), purtroppo, permette di vedere solo immagini con le dimensioni di una fototessera e con un ridotto numero di fps (frame, fotogrammi al secondo). Affinché la multimedialità abbia una buona fruizione in Internet, spianando la strada ai programmi di tipo cinematografico o televisivo, occorre la banda larga, con almeno 250-500 Kbps per arrivare alla qualità Vhs, ma accontentandosi, nel caso di movimenti veloci come una partita di calcio, di un pallone scomposto in quadrettoni. Per raggiungere la qualità Dvd servono non meno di 600-800 Kbps, mentre per la trasmissione su fibra ottica dei programmi televisivi oggi vengono impiegati di solito 4 Mbps (4.000 Kbps) per canale. Un secondo problema è dato dal notevole spazio occupato dai video: un film di 90 minuti richiede, secondo il formato e la qualità, da 0,5 a 40 GB (miliardi di byte) e i costi per un archivio con un catalogo nutrito sono abbastanza sensibili. Un terzo problema è dato dalla scelta del formato da utilizzare, dato che a fianco dei due standard messi a punto dal Moving picture experts group, Mpeg 1 e Mpeg 2, sono molto diffuse le soluzioni di Realnetworks con Real <http://www.real.com>, di Apple con Quicktime <http://www.apple.com/quicktime> e di Microsoft con Windows media <http://www.microsoft.com/windows/windowsmedia>, per ora senza vincitori né vinti. Diverso materiale multimediale fa parte dei cataloghi di numerose delle biblioteche citate in questo capitolo e nei tre precedenti; qui si segnalano solo alcune delle risorse più interessanti specializzate in film e audiovisivi, in particolare per l'Italia e senza alcuna pretesa di fornire un panorama completo del settore. Come per gli archivi storici e per i musei, comunque, la strada dei film in Rete è iniziata da poco. La Rai ha messo a punto un piano di recupero, restauro e digitalizzazione di tutto il suo patrimonio di immagini, suoni, fotografie e documenti. Varato a gennaio del 1998, questo progetto, chiamato Teche <http://www.teche.rai.it>, ha prodotto un catalogo soltanto per uso interno, dal quale vengono estratti e resi disponibili in Internet solo piccoli assaggi, con informazioni testuali, brani video e audio, fotografie, documenti storici. Sul sito esiste anche una pagina dedicata alla biblioteca della Rai, di cui si può consultare il catalogo con un Opac che ha poche funzioni ma è molto facile da usare. Altre pagine sono dedicate a una audioteca e a una fototeca. Alcuni filmati tratti dagli archivi Rai sono inoltre a disposizione degli abbonati del provider in fibra ottica Fastweb <http://www.fastweb.it>, come video on demand trasmessi a richiesta del singolo utente. L'Istituto Luce <http://www.luce.it> sta mettendo on line progressivamente i suoi 100 mila filmati per i cinegiornali, che vanno dal 1924, data della sua fondazione, fino agli anni Ottanta. Su un totale di 5.000 ore, 3.000 sono già state catalogate e 2.500 digitalizzate e rese disponibili in Rete. Il sito per ora offre le sezioni Polvere d'archivio, con temi passati che hanno legami con l'attualità, e Luce della storia, con eventi storici particolarmente importanti. Il progetto di catalogazione e di digitalizzazione è partito nel 1996 e prevede delle versioni di video in streaming a 56 Kbps, accessibili a tutti, e delle versioni di migliore qualità, a 100 e a 300 Kbps, per gli abbonati al servizio e per le biblioteche e i musei. Per i corti, più numerosi in Rete grazie alle ridotte dimensioni, si segnala Cortoweb <http://www.cortoweb.it>, con diversi cortometraggi disponibili dopo essersi registrati gratuitamente sul sito, e l'archivio della Cineteca nazionale degli autori Fedic <http://www.cortoweb.it/fedic/home.asp>, la Federazione italiana dei cineclub. I video in questo caso non sono disponibili sul Web ma possono essere richiesti su cassetta alla cineteca. On line sono invece i corti di Shortvillage <http://www.shortvillage.com/sh_one.htm>, ancora non molti, in Rete grazie a un'iniziativa della casa di distribuzione Emmefilm.com. Sul versante delle schede relative ai film italiani, l'Anica, in collaborazione con il Ministero per i beni e le attività culturali, offre gratuitamente l'accesso a tre archivi, all'indirizzo <http://www.anica.it/archivio.htm>, sul cinema muto (1905-1930), su quello sonoro (1930-1990) e sui film più recenti. Delude invece il prestigioso Museo nazionale del cinema di Torino, che ha finalmente inaugurato un proprio sito Web, solo alla fine del 2002, con Url <http://www.museonazionaledelcinema.it>. Questo museo ha privilegiato un progetto di rete interna Wi Fi (a trasmissione radio), per l'accesso alle informazioni con dei palmari con sistema operativo di tipo Windows, come gli Hp Ipaq, ma non ha ancora curato la messa on line di archivi, cataloghi o schede sui film e sugli oggetti delle sue collezioni. Sulle sue pagine un Hypermuseo è costituito da brevi video che assomigliano più a spot pubblicitari che a visite guidate nelle sale, mentre tutto il sito ha un disegno tanto ricercato ed elegante quanto poco intuitivo, difficilmente navigabile e poco aderente alle norme di accessibilità. A livello internazionale si segnalano soltanto, come esempi, due risorse. La Prelinger collection, che nell'estate del 2002 è stata acquistata dalla Library of Congress e che è accessibile gratuitamente dall'Internet archive, all'indirizzo <http://www.archive.org/movies/movies.php>. I filmati disponibili sono 48 mila, dei quali 1.225 on line; si tratta di materiale dal 1927 ai giorni nostri e per lo più «effimero», quali i brevi video di presentazione di diversi modelli di automobili statunitensi. Dalla stessa pagina sono disponibili altre collezioni di cortometraggi. Il progetto Rao, Russian archives online <http://www.russianarchives.com/rao>, realizzato con la collaborazione dell'azienda statunitense Abamedia, dispone di archivi che riguardano il patrimonio della ex Unione Sovietica e comprendono tra l'altro la collezione completa dei telegiornali dal 1915 al 1985, e diversi filmati relativi al periodo pre-sovietico. L'archivio è a pagamento, ma alcuni filmati sono liberamente accessibili.
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