La religiosità della medicina
Cattolico, ebraico, islamico, agnostico, ateo: il 'buon medico' è tale indipendentemente - o, forse, addirittura a dispetto - della confessione o del credo che abbraccia, votato prima di tutto alla propria missione di cura. La professione medica, più di ogni altra sfera dell'agire umano, si richiama a quella coscienza morale, quel radicato senso di religiosità laica che nasce da un'etica della dignità e della tolleranza, fondamento indispensabile del rapporto profondo tra soggetto curante e soggetto curato. Nell'ampia panoramica di queste pagine, Giorgio Cosmacini racconta la progressiva desacralizzazione, nel corso del tempo, degli oggetti della medicina (la malattia, il corpo umano, il dolore) e la ricerca di una religiosità espressa dalla morale medica e dalle regole della deontologia.