2. Information retrieval: 4. Biblioteche e Opac 5. Biblioteche e Opac 7. Le biblioteche 8. Opac specializzati, 9. Oltre i cataloghi: i testi 10. Banche dati: archivi 11. Metarisorse generali |
Parte terza Oltre i cataloghi: testi e banche dati 9. Oltre i cataloghi: i testi [Introduzione]
Qualche appunto su un tema che dovrebbe essere ovvio e che in parte è già stato affrontato nel paragrafo Bibliografie e cataloghi del capitolo 1, ma rispetto al quale i non addetti ai lavori potrebbero avere le idee confuse. Opac e librerie virtuali sono due strumenti molto differenti, da utilizzare in modo integrato in base agli obiettivi che ci si prefigge di volta in volta. Le librerie offrono cataloghi contenenti solo quei libri che esse hanno a disposizione per la vendita, diversi per ciascuna libreria e mai coincidenti con la totalità dei libri in commercio nell'intero mercato librario in quel momento. Le possibilità di ricerca sui loro cataloghi, inoltre, non sempre sono molto raffinate e non hanno mai alle spalle un lavoro di catalogazione e di classificazione professionale e super partes. I libri del catalogo di una libreria virtuale sono disponibili esclusivamente per l'acquisto, non per la lettura (con l'eccezione degli «assaggi» offerti da servizi come Search inside di Amazon) o il prestito, così come, inversamente, i libri o le riviste rintracciati negli Opac non possono essere comprati, ma solo letti presso la biblioteca dove si trovano oppure chiesti in fotocopia o in prestito. In compenso, le librerie offrono spesso per i loro libri recensioni o schede di commento, a volte scritte dai lettori stessi, ed elencano libri non ancora pubblicati, anche con diversi mesi di anticipo rispetto alla loro uscita. I cataloghi delle biblioteche (Opac), per contro, includono anche libri non più in commercio, con l'aggiunta di pubblicazioni periodiche e altri documenti e materiali difficilmente reperibili in libreria e in edicola. Nel caso dei grandi Opac, inoltre, le possibilità di ricerca sul catalogo sono molto più sofisticate di quelle offerte dalle librerie on line. Infine, i testi rintracciati negli Opac possono essere letti gratuitamente recandosi in biblioteca e, in molti casi, anche essere richiesti in prestito, oppure come copia su carta o in formato digitale. Limitando il discorso alle monografie, per avere un'idea delle dimensioni degli archivi rispetto all'esistente, si consideri che in Italia i libri attualmente in commercio sono 560 mila, con la pubblicazione di circa 40 mila nuovi titoli all'anno, mentre una delle più grandi librerie virtuali italiane, Internet bookshop <http://www.ibs.it>, ha in catalogo 310 mila titoli. È inevitabile il paragone con l'Opac del servizio bibliotecario nazionale <http://opac.sbn.it>, nel cui indice sono catalogati più di 7 milioni di titoli di monografie. Occorre però tenere presente che una percentuale notevole e difficile da valutare di questo totale è costituito da opere in lingua straniera (si pensi per esempio al posseduto delle biblioteche universitarie di discipline scientifiche o tecniche). Malgrado questo, la differenza resta considerevole; occorre quindi conoscerla e saper usare Opac e librerie virtuali in modo complementare, secondo le esigenze delle proprie ricerche. È bene notare, inoltre, che entrambi questi strumenti, che indicano quali documenti sono, rispettivamente, posseduti da una o più biblioteche oppure venduti da una o più librerie, benché non debbano essere confusi con le bibliografie (descritte nel capitolo 1), possono talvolta essere proficuamente utilizzati a fini esclusivamente bibliografici. È possibile, cioè, interrogare un grande catalogo di libreria o un grande Opac senza essere realmente interessati ad acquistare o a farsi mandare in prestito il volume individuato; ma volendone solo verificare l'esistenza e gli esatti riferimenti e contenuti.
|