Per tutti i gusti
Durata, universalità, misteriosa refrattarietà a un fine pratico. Ecco tre prerogative della bellezza artistica di cui il mondo 2.0 vorrebbe sbarazzarsi. Ma se la cultura è solo la cresta dell’onda nell’oceano globalizzato, cosa si muove sotto i consumi usa e getta di quella che possiamo definire iCulture?
Un’opera intelligente e utile a chi (usando a propria insaputa la cultura come foglia di fico) vuol farsi mettere un po’ in crisi.
Nicola Lagioia, «la Repubblica»
Questo libro è la summa della riflessione di Bauman su come sia cambiata la cultura nella società liquida: non più agente di progresso, ma supermarket nel quale l’uomo di cultura si trasforma in cliente onnivoro. E se il massimo dello snob era, un tempo, arricciare il naso davanti alle forme giudicate minori, ora al contrario l’élite colta si distingue per la capacità di digerire tutto, per «la negazione ostentata dello snobismo».
Simonetta Fiori, «la Repubblica»
La cultura contemporanea è plasmata per adeguarsi alla libertà individuale. La responsabilità della scelta e le sue conseguenze restano là dove la condizione umana liquido-moderna le ha poste: sulle spalle dell’individuo, adesso chiamato al ruolo di amministratore capo della ‘politica della vita’ e suo unico funzionario.
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